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EDITORIALE È l’ Emilia Romagna la locomotiva d’Italia Le previsioni di crescita del PIL di quest’anno a livello regionale collocano sul gradino più alto l’Emilio Romagna che, con una proiezione pari al 1,9% del Prodotto Interno Lordo, scavalca la Lombardia che prevede un aumento di uno 0,1% in meno. La maggiore accelerata arriva quindi dal territorio intorno alla via Emilia che, dopo aver raggiunto l’anno scorso un aumento al pari della Lom- bardia, quest’anno la sorpasserà con un ritmo in linea con quello della Francia. Fanalino di coda di questa classifica è la Sardegna con lo 0,9%. La fotografia è scattata da uno studio Prometeia sugli scenari delle economie locali. La ripresa nel 2018 si consolida quindi ma alcuni territori italiani camminano a passo più spedito di altri svolgendo un’azione di traino. Anche regioni del Nord e del Centro Italia, come Liguria e Umbria, si collocano negli ultimi posti della classifica rispettivamente con una stima dell’aumento del PIL pari all’1,1 e all’1,2%. Percentuali inferiori al dato medio italiano, attestato intorno all’1,5%, sono previste per Calabria, Puglia e Sicilia. Dopo la lunga fase di recessione, spin- gono la crescita invece il Piemonte, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, le province autonome di Bolzano e di Trento insieme alla Valle d’Aosta: aree con stime di incremento che oscillano tra l’1,6 e l’1,8%. Tornando al caso Emilia Romagna, sul fronte del lavoro i risultati attesi a fine anno sono di una netta flessione del tasso di disoccupazione che nel 2013 aveva raggiunto la percentuale record per questa regione dell’8,4%. Quest’anno do- vrebbe scendere al 5,8%. L’anno scorso a sostenere la ripresa è stato soprattutto un nuovo fermento sul fronte degli investimenti delle imprese, un’accelerazione delle esportazioni che a fine anno dovrebbero fare un ulteriore balzo. Prometeia stima per l’Emilia Romagna un incremento dell’export del 5,5%. luca.rossi@fieramilanomedia.it @lurossi_71 7 rmo novembre/dicembre 2018

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