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44 rmo novembre/dicembre 2018 quindi problemi. Quanto sia importante scegliere il prodotto più adeguato vale quindi sì per gli oli a base vegetale, ma è altrettanto fondamentale nella selezione di qualsiasi tipologia di lubrificante. Una recente ricerca condotta da Shell sull’uso dei lubrifi- canti industriali evidenzia che le aziende riconoscono ma sottovalutano i benefici derivanti da una corretta scelta del prodotto lubrificante. Il 60% delle aziende intervistate ammette in particolare che i propri errori nei processi di lubrificazione hanno comportato tempi di fermo produzione non pianificati. “Per colmare il gap emerso dalla ricerca e per sostenere i clienti verso le nuove frontiere dell’industria 4.0, Shell ha svilup- pato la campagna di informazione e formazione ‘In- sieme tutto è possibile’ - spiega Roberto Paganuzzi di Shell -, che punta a dimostrare come un approccio consulenziale dedicato, unito a tecniche di analisi e di monitoraggio avanzate e all’uso di prodotti perfor- manti, possano migliorare le prassi di lubrificazione e consentire significativi risparmi”. Prestazioni tecniche superiori. Gli oli a base vege- tale si affermano quindi sul mercato sulla scia delle esperienze positive degli utilizzatori e dei benefici tecnologici che offrono. “Grazie alla loro particolare composizione chimica, gli oli a base vegetale tendono ad aggrapparsi al pezzo metallico - illustra Bassi - in virtù di una polarità che si crea, proprio come se fos- sero in azione due calamite di segno opposto. Ciò significa che tra l’utensile e il pezzo da tagliare vi è sempre un film di olio omogeneo che il minerale non ha, per cui il pezzo tende a ‘scappare’, necessitando di additivi”. Additivi che invece un olio vegetale di buona qualità può addirittura non richiedere, abbas- sando il rischio chimico correlato a queste sostanze e con miglior mantenimento dell’olio. A tal proposito aggiunge Muscetta: “L’impiego di una base esterea nella formulazione di un olio da taglio consente di ottenere caratteristiche antiusura e di riduzione del coefficiente di attrito senza l’utilizzo di additivi EP (extreme pressure) quali il cloro e lo zolfo, che comportano rispettivamente maggiori costi di smal- timento e un effetto sgradevole sull’odore, ed even- tuali etichettature di pericolo. ENI si orienta verso formulazioni a base di esteri di sintesi provenienti da fonti rinnovabili, che presentano una maggiore resi- stenza all’ossidazione rispetto a quelli vegetali, come nella linea ENI Fresia ESB”. Il maggior potere lubri- ficante tipico dei lubrificanti vegetali porta quindi richiesta di oli da taglio formulati con oli biodegra- dabili naturali, esteri vegetali o di sintesi provenienti da fonti rinnovabili, cresce sia sul mercato estero che nazionale anche per Paolo Muscetta di ENI, in parti- colare per oli da taglio interi: “La domanda è diffusa da parte di tutti i soggetti del settore industriale. Oltre all’ecosostenibilità, rileviamo che i clienti sono sempre più sensibili al miglioramento dell’ambiente di lavoro e alla tutela della salute degli operatori: va- lutano attentamente quanto riportato dalla scheda di sicurezza dei prodotti e chiedono sempre più spesso prodotti competitivi che consentano di ridurre l’im- patto ambientale”. La soluzione più adatta. L’atteggiamento del mercato è tuttavia ancora ambivalente per quanto riguarda le soluzioni a base vegetale, la cui crescita è stata rallentata dalle cattive esperienze fatte da al- cuni utilizzatori, dovute a una scelta poco oculata del tipo di lubrificante, affidandosi magari al criterio del minor prezzo. “All’interno della famiglia degli oli a base vegetale vi è una grande varietà di differenze chimiche che fanno grandi differenze nella stabilità dell’olio - afferma Bassi -. Alto è quindi il rischio di avere una brutta esperienza da clienti che hanno avuto la sfortuna di provare un olio vegetale non stabile. Fondamentale è pertanto affidarsi al sup- porto di esperti, che sappiano indicare il prodotto più adatto al tipo di lavorazione del caso, magari anche con una certa addizionale di costo iniziale che poi dà però innegabili benefici in stabilità e produttività”. Se la scelta è fatta bene, l’utilizzatore finale non avrà INCHIESTA FOTO BELLINI LUBRIFICANTI
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