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39 rmo novembre/dicembre2018 tutti sono in grado di usarli. Tolio, poi, ha evidenziato nuove tipologie di produzioni e di tecnologie che sono in grado di favorire l’aumento dei posti di lavoro; tra queste, fabbriche di de-manufacturing, produzioni automatizzate per la personalizzazione dei prodotti, fabbriche che realizzano nuovi prodotti dedicati o adattati alle persone anziane. I key topic. Un’altra sezione del convegno dal titolo ‘Digitalizzazione del manifatturiero: opportunità e sfide per le industrie italiane’, coordinata da Giacomo Bianchi, ricercatore dell’Istituto Stiima del CNR, ha visto il contributo dello stesso Bianchi, del presidente di Federmacchine, di Giuseppe Fogliazza di MCM e di Enric Truffet rappresentante francese nell’ambito della collaborazione Trilaterale Germania, Francia, Italia ‘Di- gitizing the Manufacturing Industry’. Per la Trilaterale, il Cluster ha lanciato un’iniziativa per investigare l’approccio delle aziende italiane, i loro obiettivi strategici e i potenziali rischi, propo- nendo circa cento aspetti importanti (Key Point): dalla loro analisi sono state individuate problemati- che ricorrenti (key topic). I key topic sono divisi in due categorie: la prima descrive gli obiettivi di business, a livello di macchina, processo, sistema produttivo, sup- ply chain e business model; la seconda indica le prin- cipali tecnologie abilitanti, per esempio relative alla gestione del dato (data ownership, data communica- tion), all’interazione con l’operatore, alle esigenze di training e ai nuovi aspetti legali sollevati dalla digi- talizzazione. L’analisi, tuttora in fase di svolgimento, verrà utilizzata sia a livello nazionale sia nell’ambito della collaborazione Trilaterale. L’approfondimento sui key topic da parte degli speaker è stato chiuso da Salmoiraghi che ha ribadito la necessità di iniziative che favoriscano una formazione di giovani meglio ri- spondente alle esigenze del mercato del lavoro e del manifatturiero, in particolare. ai tempi della digitalizzazione. Il parere è unanime: non è l’avanzamento tecnologico e digitale che pro- voca disoccupazione, ma la mancanza di investimenti in tecnologia avanzate. La scelta di molte imprese di delocalizzare la produzione in altri Paesi, portando a un aumento della disoccupazione, era dovuta alla mancanza di investimenti in nuove tecnologie, anche a causa del mancato supporto dei governi. Dunque, avanti con la digitalizzazione, stando attenti alla formazione adeguata del personale: come emerge da un’indagine fatta su un campione di aziende italiane, è difficile trovare personale con le skill richieste; questo disallineamento tra la domanda di operatori altamente qualificati, non solo ‘digitali’, e la scarsa disponibilità di competenze impone investimenti nella formazione. Una strategia interessante e, certamente, complemen- tare a quella della formazione è stata suggerita da Tul- lio Tolio, presidente del Comitato Tecnico Scientifico del Cluster Fabbrica Intelligente secondo cui le nuove tecnologie dovrebbero anche rendere più semplici certi lavori, tali da ridurre se non annullare le esigenze di formazione; un esempio è quello degli smartphone per il cui utilizzo nessuno ha fatto formazione eppure Marco Bentivogli risponde a una domanda di Luca Orlando sulla necessità di formare i giovani per la digitalizzazione di fabbrica. Gianluigi Viscardi dà il benvenuto del Cluster ai partecipanti. Circa duecento i partecipanti al convegno del Cluster Fabbrica Intelligente.
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