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20 rmo novembre/dicembre 2018 prevalentemente per l’industria automobilistica, dove i numeri sono più alti e dove è forte lo scam- bio commerciale tra Germania e Italia. Poter mo- nitorare costantemente la produzione e la qualità consente alle imprese italiane di essere competi- tive e affidabili. Qui sta il vero senso di Industria 4.0, che non deve servire solo a comprare mac- chine per usufruire delle agevolazioni fiscali, ma deve guardare nell’ottica delle informazioni che il cliente può avere sulla sua produzione e su tutto quello che fa, rendendo le nostre imprese com- petitive in ambito europeo. Non sarebbe infatti neanche pensabile di poter continuare a essere fornitori di clienti tedeschi se non fossimo in con- dizione di fornire loro queste informazioni”. La vostra offerta comprende quindi un pacchetto Industria 4.0? “Sì, in quanto se anche bene o male tutti i mac- chinari che forniamo sono allineati sull’Industria 4.0, occorre che il cliente stesso sia in grado di fornire una rete informatica aziendale e di utiliz- zare i dati. Appoggiandoci quindi a sub-fornitori e consulenti esterni, abbiamo la possibilità di pro- porre una connessione Industria 4.0 aziendale che prevede tutta la filiera, dai sensori e controlli bordo macchina, al software MES per la gestione dei workorder, ai connettori verso gli ERP più evo- luti. Attraverso aziende che ci aiutano in questa attività forniamo quindi l’hardware necessario a recuperare i dati dalle macchine, anche da quelle non predisposte per il 4.0, poiché la rete aziendale deve raccogliere i dati di tutte le macchine in pro- duzione. Offriamo così la possibilità di creare delle interfacce capaci di dare e ricevere informazioni dalla macchina, di trasmetterle in rete ed elabo- rarle con dei software gestionali, garantendo così il controllo della produzione dei singoli macchi- nari e fino alla tracciabilità dei lotti o dei singoli pezzi lavorati. Il pacchetto comprende quindi anche il training su come vengono raccolte e su come devono essere utilizzate le informazioni, fino al supporto nella compilazione delle pratiche per il recupero della fiscalità”. Cosa c’è infine nel futuro di Simu? “Parlando di istruzione e training, sicuramente nel prossimo futuro c’è l’idea di creare un centro per dare istruzione tecnica su prodotti e tecnologie che rappresentiamo, siano esse di rettifica, di fre- satura, di tornitura o di additiva. Purtroppo negli ultimi anni abbiamo riscontrato nel nostro Paese una certa carenza da parte delle scuole su questi temi. L’esempio che abbiamo in mente è quello della scuola professionale interna che Grob, nostro marchio distribuito, offre per consentire ai gio- vani usciti dalla scuola dell’obbligo di iniziare un percorso che li porta a toccare con mano la realtà produttiva. L’Italia ha perso un po’ in questo am- bito, laddove in passato le nostre grandi aziende, come Olivetti e Fiat, avevano tutte le loro scuole aziendali interne. Stiamo quindi valutando l’idea di mettere insieme un pool di aziende interessate per creare un centro accademico per le tecnologie di produzione, con training pomeridiani e serali volti a elevare il livello dei tecnici che lavorano in queste realtà e rispondere dunque a un’esigenza forte che il mercato ha in questo momento”. @marcocyn PERSONAGGIO DEL MESE Macchine universali GROB: G350 seconda generazione, G550 seconda generazione, G750. La rettificatrice Multigrind CU della Haas che Simu ha presentato nel suo stand alla recente BiMu.

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