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33 rmo ottobre 2018 prezzi competitivi e tecnologicamente all’avanguar- dia, attraverso il quale affrontare con successo i mer- cati di tutto il mondo. “Fanuc - sottolinea Squarzon - è specializzata nel settore CNC con più di mille inge- gneri impegnati nella ricerca e sviluppo, più di 6.500 persone dislocate in tutto il mondo, ed è in grado di rispondere al meglio alle esigenze dei costruttori di macchine utensili non solo in termini di affidabilità, flessibilità e facilità d’uso del prodotto, ma anche in termini di supporto allo sviluppo delle applicazioni e successivamente in termini di assistenza world-wide. Il supporto ed il servizio sono quindi elementi fonda- mentali nella richiesta dei costruttori che si vanno ad affiancare ai ‘classici’ argomenti di carattere più tec- nico come l’affidabilità del prodotto, la precisione e la flessibilità che fanno da tempo parte del DNA dei CNC Fanuc”. E ha concluso: “Per quanto riguarda la possibilità di personalizzazione e simulazione i nuovi sistemi CNC Fanuc con interfaccia iHMI rispondono al meglio alle più avanzate esigenze del mercato, sia con software di sviluppo grafico di elevata potenzia- lità e facilità d’uso come Fanuc Picture sia con pac- chetti software di simulazione CNC come NCGuide estremamente potenti in grado di simulare tutte le funzionalità di una macchina reale”. Pirelli si è inserito sostenendo che: “La digitalizza- zione della catena di valore riguarda anche la fase di creazione di nuovi prodotti, attraverso la simula- Il manifatturiero passa dal digitale Paolo Rocco è docente del Politecnico di Milano. I suoi interessi di ricerca prevalenti comprendono la robotica industriale, la collaborazione uomo-robot e la meccatronica in generale. È coordinatore del corso di studio in ingegneria dell’automazione al Politecnico di Milano e membro del consiglio direttivo di euRobotics, l’associazione dei soggetti pubblici e privati attivi nella robotica in Europa. La redazione di RMO ha chiesto al prof. Rocco quali saranno gli scenari futuri per l’industria manifatturiera. Perché oggi è importante investire nelle nuove tecnologie per l’impresa manifatturiera italiana? “Come è noto, il manifatturiero costituisce un pilastro dell’economia italiana e vede il nostro Paese competere con poche altre nazioni a livello mondiale per il primato nel settore. Punto di forza della nostra industria manifatturiera sono le produzioni personalizzate, che richiedono dinamicità e flessibilità degli impianti produttivi e si sposano particolarmente bene con i nuovi paradigmi dell’industria 4.0. Investire nelle nuove tecnologie può quindi consentire alla nostra industria manifatturiera di compiere un ulteriore salto di qualità, enfatizzando quelli che sono già elementi di vantaggio competitivo. Non tutte le imprese italiane hanno deciso di investire e rinnovare il proprio parco macchine utensili. Altre invece hanno colto l’opportunità del Piano Calenda. Ci saranno aziende sempre più forti e altre destinate a uscire dal mercato? “Un rischio di perdita di terreno esiste, anche se non bisogna cadere nella semplificazione di ritenere che aziende senza un’adeguata esposizione alle tecnologie digitali siano necessariamente destinate a uscire dal mercato. Al netto dei vantaggi fiscali, c’è infatti ampio dibattito sulle reali potenzialità delle nuove tecnologie e in particolare della connessione a internet dei macchinari e della raccolta dei dati di processo. È comunque necessario aumentare la consapevolezza dell’industria italiana sulle potenzialità delle tecnologie digitali e in questo i nuovi centri di competenza su industria 4.0 giocheranno un ruolo determinante”. Dal suo punto di osservazione ci sarà un impegno massiccio dell’intelligenza artificiale e analisi dei dati in questo comparto? “Le principali tendenze tecnologiche che vedo in questo campo sono associate alla manutenzione predittiva e alle nuove forme di robotica collaborativa. Sulla possibilità di monitorare in tempo reale i dati di processo - oggi disponibili grazie all’IoT - per determinare politiche di manutenzione predittiva ci sono grandi aspettative, così come sull’utilizzo pervasivo dei robot collaborativi in svariate fasi della produzione. In entrambi i casi servono tecniche di analisi dei dati e machine learning, da un lato per determinare l’insorgenza di anomalie, dall’altro per interpretare e predire il comportamento dell’uomo, al fine di rendere fluida e produttiva la collaborazione uomo-robot”.

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