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28 rmo ottobre 2018 INCHIESTA zare impianti complessi. Dal punto di vista del mer- cato la sfida più grande è l’internazionalizzazione: nonostante il periodo positivo in Italia le turbolenze continuano, rendendo necessaria la crescita nei mer- cati esteri. Attualmente Gasparini ha una quota ex- port del 50% e punta al 75% nei prossimi tre anni”. Un altro importante tema è quello delle dimensioni aziendali e dell’espansione all’estero; sono anni che fra i protagonisti della macchina utensile si di- scute della necessità di avere imprese con strutture in grado di reggere il confronto internazionale e la concorrenza di veri e propri colossi. È pacifico che le realtà produttive italiane, proprio perché hanno subito gli scossoni della crisi, cerchino di attrezzarsi per avere una massa critica più rassicurante di fronte a ogni evenienza… “La nostra azienda ha cambiato completamente l’ap- proccio verso tutti i mercati, sia quelli storici sia gli emergenti, decidendo di seguirli direttamente tramite filiali, joint-ventures o area manager diretti - spiega Riccardo Pessina -. Monzesi ha una forte connotazione all’espansione data dalla consapevolezza che aziende di piccole dimensioni potrebbero subire forti scossoni derivanti da un mercato sempre più esigente, tem- pestoso e con una forte propensione all’instabilità; si pensi al riguardo alla guerra dei dazi, alle instabilità di molti Governi e ai repentini cambi di rotta nei rapporti di forza tra le nazioni. Per le ragioni sopra esposte, ci stiamo muovendo su diversi fronti e in particolare su tre diversi progetti: l’acquisizione di una società negli USA, lo sviluppo di un’unità produttiva in Egitto e per ultimo la quotazione in Borsa AIM prevista per maggio/giugno. Per tali ragioni sono convinto che le aziende italiane dovranno confrontarsi con la necessità di espandersi all’estero per mantenere e consolidare la propria presenza e forza. L’importante è non confon- dere la delocalizzazione con l’espansione: il non capire la grande differenza che vi è tra i due approcci è uno degli aspetti dell’arretratezza del nostro Paese”. Il giro di opinioni termina qui. Non vi è dubbio che le tematiche esposte dai vari protagonisti siano fra le più attuali e scottanti. Il quadro è chiaro: l’industria della macchina utensile italiana, dopo avere pagato i prezzi di una crisi tagliente, si sta riattrezzando per affrontare il mercato del futuro e lo fa, ci pare, con lucidità e determinazione. Per vincere la sfida, come abbiamo visto, bisognerà mettere in campo impegno e idee. A noi piace pensare che quella vincente dav- vero sarà proprio la qualità umana e professionale delle persone. I nostri interlocutori ce lo hanno ap- pena confermato. @dapascucci FOTO MANDELLI FOTO MONZESI

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