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21 rmo ottobre 2018 insegnante di matematica e mio fratello maggiore ha studiato ingegneria, per cui sono in qualche modo stata circondata da questo mondo fin da molto giovane”. Secondo lei, come mai il numero di presenze femminili nel settore è così esiguo? “Generalizzando, penso che le donne guardino da una prospettiva più ampia, preoccupandosi dell’aspetto sociale delle aziende o del lavoro più di quanto siano soliti fare gli uomini. Si dica a un ingegnere uomo di progettare una vettura molto veloce e sarà deliziato dalla sfida. Io chiederei ‘Perché ti serve un’auto più veloce?’. L’ingegne- ria deve avere senso, ma dobbiamo cominciare a comunicare le opportunità offerte dall’ingegne- ria con maggiore intelligenza. Ho trovato che i miei anni all’università fossero troppo accademici, mentre gli anni che sono venuti dopo sono stati di grande ispirazione, pieni di moltissima pratica e di lavoro in compagnie diverse. È allora che tutto ha cominciato ad avere un senso per me”. Come è possibile rendere l’industria più attrattiva per le donne? “Oggigiorno si fa ovunque un gran parlare di di- versità e di inclusione, ma credo che l’industria a riguardo possa fare di più per portare davvero un maggior numero di donne nell’ingegneria. Oc- corre abbracciare, e sfruttare, le differenze che vi sono tra uomini e donne. Diversi modi di pensare e prospettive differenti sono le chiavi per il suc- cesso che la diversità porta con sé. Penso inoltre Secondo il presidente di Sandvik Coromant in azienda è fondamentale il dialogo tra i due sessi. La digitalizzazione apre opportunità per promuovere l’uguaglianza di genere nell’industria. che si debba cominciare a coinvolgere gli studenti a partire da una più giovane età rispetto a quanto facciamo normalmente. Spesso iniziano ad avere le idee chiare verso i 14 o 15 anni. È nostra respon- sabilità dare loro supporto creando un approccio mentalmente aperto, e mostrando loro tutte le possibili opzioni senza costruire alcuna barriera. Così facendo, possiamo renderli davvero consape- voli degli obiettivi e del progresso umano che è possibile raggiungere”. Cosa fa in particolare Sandvik Coromant per incremen- tare il numero di donne in azienda? “Cerchiamo la strada del dialogo, impegnandoci a diversificare i team a tutti i livelli della compagnia. Un importante esempio è mettere noi stessi alla prova quando valutiamo dei candidati per una po- sizione aperta. Se ci sono davvero poche donne in lista, si può pensare che non ci siano donne a suf- ficienza in possesso delle adeguate competenze, oppure ci si può domandare come mai le donne competenti non scelgano di candidarsi. Oggi ci po- niamo attivamente questa domanda. Spesso basta semplicemente formulare in maniera diversa l’an- nuncio per attrarre più candidature femminili”. Da un punto di vista simbolico, cosa pensa rappresenti il fatto che Sandvik Coromant abbia un presidente donna? “Nel mio attuale ruolo ho occasione di incontrare moltissime donne, che mi dicono quanto l’avere un presidente donna sia per loro incoraggiante. Se ce l’ho fatta io, possono farlo anche loro! Ciò mi rende felice. Penso inoltre che questo sia una

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