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29 rmo settembre 2018 filiale italiana, in primo luogo la crescita avvenuta nel numero dei dipendenti, che imponeva nuovi spazi per accogliere uffici e aree di lavoro. “Negli ultimi 5-6 anni siamo cresciuti da 30-35 persone alle attuali 90, con pre- visione di ulteriore ampliamenti già da quest’anno, per arrivare a una massa critica di circa 100 persone - spiega Alberto Pellero, director strategy & marketing di Kuka Roboter Italia -. Il mercato dei robot in Italia è in forte espansione, e questo richiede capacità maggiori per ga- rantire sia supporto tecnico sia assistenza tecnica ade- guati. Il trasferimento è, inoltre, funzionale a ospitare il nuovo Competence Center per saldatura ad arco e a punti per cui l’Italia è stata scelta dal Gruppo, grazie alla grande esperienza e alle competenze in ingegneria e automazione in questo ambito che abbiamo qui”. Una grande responsabilità e un importante riconoscimento, se si pensa che il centro italiano servirà tutta l’area Emea, ovvero Europe, Middle East e Africa, oltre a Sud America e India. Fatta esclusione per la Germania, che ha un proprio Competence Center per la saldatura che seguirà le richieste dei costruttori di auto tedeschi, e per gli Stati Uniti, pure autonomi con un proprio centro per i clienti locali. La scelta dell’Italia per l’assegnazione del Competence Center di saldatura risale a circa un anno e mezzo fa, con la presentazione ufficiale al Gruppo avvenuta a gennaio 2018 in un incontro a Barcellona. Il nuovo Centro mantiene quindi sostanzialmente le risorse che già lavoravano in quella che si chiamava Di- visione sistemi di saldatura e che operava in esclusiva per l’Italia, ma che già aveva iniziato a offrire la propria expertise oltre i confini nazionali, con una grande com- messa giunta un paio di anni fa per un tier 1 francese. Competence Center per la saldatura. Nel Compe- tence Center italiano ad oggi lavorano 28 persone, con una struttura di progettazione che dovrà crescere per rispondere all’aumento di richieste che arrive- ranno qui da tutto il network dei clienti Emea. “Si Si scommette sul cobot Un ambito di crescente interesse per Kuka è rappresentato dai robot collaborativi, segmento che le previsioni danno in grande aumento nei prossimi anni, e che al 2025 potrebbe eguagliare i robot industriali per numero di unità vendute. “La robotica collaborativa è un mercato ancora di nicchia - commenta Alberto Pellero -, che oggi in Italia rappresenta solo il 10% dei robot venduti. Il trend collaborativo è però sicuramente in crescita e quella che stiamo vedendo è solo la punta dell’iceberg”. Kuka è stata una delle prime aziende ad avventurarsi nell’ambito collaborativo, con il progetto di un robot LWR (Light Weight Robot) avviato nel 1993 dal centro di ricerche tedesco DLR. Il progetto è stato quindi passato a Kuka nel 2003 con un technology transfer. Dal 2005 in Italia questo robot è stato venduto a molte delle principali Università e atenei nel nostro Paese per scopi di ricerca, i soli ammessi all’epoca. Kuka ha quindi presentato al mercato nel 2012-2013 il proprio attuale cobot, l’LBR iiwa, le cui vendite sono oggi in forte crescita. “Attualmente stiamo sviluppando un braccio robotico ancora più semplice, che sarà con sei assi invece di sette - conclude Pellero -, più leggero, con una portata minore e più economico. Mantenendo però tutta la sofisticata elettronica a bordo, con sensori di coppia in corrispondenza di ciascuno degli assi. Caratteristica che differenzia i nostri robot collaborativi dalle altre soluzioni sul mercato, e che rende il robot molto più sensibile nell’interazione sicura uomo-robot”. Alberto Pellero è director strategy & marketing di Kuka Roboter Italia.

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