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Editoriale
rmo
settembre 2014
23
Mercato del lavoro:
urge la
riforma
Nel suo discorso al Forum di Jackson Hole, alla fine di agosto il governatore della
BCE Mario Draghi ha sottolineato come “le economie che hanno resistito alla
crisi meglio in termini occupazionali sono quelle con più flessibilità nel mercato
del lavoro ad adattarsi alle condizioni economiche”. A conferma dell’analisi del
numero uno di Eurotower, nell’Employment Outlook divulgato a inizio settem-
bre dall’Ocse, sono evidenziate tutte le criticità delle dinamiche del mondo del
lavoro in Italia, colpevoli di aver portato la percentuale dei disoccupati e dei
senza lavoro come quinto peggior dato tra i 34 Paesi membri dell’organizza-
zione parigina. Altro elemento negativo arriva dal ranking sulla competitività dif-
fuso a inizio settembre dal World Economic Forum che pone l’Italia al 49 posto
e indica i fattori che ne frenano la competitività: burocrazia, livello delle aliquote
fiscali, accesso al credito e una regolazione restrittiva del mercato del lavoro.
È la riforma del mercato del lavoro il terreno sul quale il Governo, e il Paese, si
giocano la loro credibilità. Ma anche il futuro del nostro sistema industriale che
non ha ormai più tempo per attendere, stretto nella morsa di una recessione
economica e di una concorrenza globale agguerrita e aggressiva. Dopo aver
liberalizzato i contratti a termine, occorre ora rendere più appetibili per le nostre
imprese le assunzioni con contratti a tempo indeterminato. Il modello tedesco
al quale il Governo pare guardare ha indubbiamente molti aspetti interessanti,
al di là della diversa strutturazione del tessuto industriale italiano e delle dimen-
sioni medie delle imprese che lo compongono: dal sistema formativo svolto in
parte anche in azienda fino alla contrattazione sindacale decentrata, passando
per i mini-jobs esenti da tasse e contribuzioni.
@lurossi_71
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