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trasmissioni meccaniche 455 • giugno / luglio 2023 23 se, per il designer industriale, fosse proprio la domanda a essere ‘sbagliata’? L’esigenza del progettista, infatti, è sfruttare al meglio la tecnologia esistente per rispondere ai requisiti dell’applicazione che è chiamato a creare. La domanda ‘giusta’ potrebbe e dovrebbe quindi essere: un cobot può essere sfruttato al meglio in diversi modi o solo come ‘tool collaborativo’? Inserendo il discrimine rispetto a ‘quando’ concreta- mente serve la collaborazione nell’automa- zione e nelle fasi produttive, il progettista industrialepuò cogliere la stradada seguire (e la risposta al quesito). In alcune fasi, infatti, i cobot possono e devono essere collaborativi. Immaginiamo una fase di assemblaggio in cui robot e uomo operano nellamedesima area di lavoro, oppure una fase in cui la guida manuale è necessaria per svolgere alcune operazioni. Ma quando non è più necessario? Quando il robot deve svolgere compiti - asservi- menti, saldature, packaging tra gli altri – in cui il ruolodell’operatore èmarginaleo, per meglio dire, esula dal fare e passa alla fase di controllo e gestione? In quel caso non è più strettamente necessario che la tec- nologia sia collaborativa. Sarebbe quindi sufficiente ‘spostarefisicamente’ il robot da un punto all’altro della linea e consentirgli di compiere le diverse operazioni che deve svolgere al fine di ottimizzare l’automazio- ne e agire con i ‘gradi di collaboratività’ effettivamente richiesti dall’applicazione in ogni sua specifica fase. È il caso del Cobot Transfer Unit (CTU) di Rollon. Movimentazione lineare dei cobot Il Cobot Transfer Unit di Rollon è una so- luzione completa, pronta per l’installazio- ne, sviluppata per incrementare il raggio d’azione dei cobot - a partire da quelli di Universal Robots - nei processi automatiz- zati di molteplici settori. Un settimo asse ‘speciale’ pensato per la movimentazione degli antropomorfi collaborativi. Il CTU consente incremento del raggio d’a- zione: con una corsa massima anche oltre i 5.500 mm standard a catalogo, il raggio di azione del cobot si estende in maniera davvero significativa. Permette anche u- na operatività plug and play attraverso il software Rollon: il CTU garantisce rapidità nella fase di programmazione grazie a un’interfaccia intuitiva, mentre la presenza di una specifica funzione di debugpermette di risolvere eventuali errori nel processo di programmazione; il software Rollon con- sente la gestione fino a sei assi addizionali, ampliando le possibilità di applicazione su molteplici aree di lavoro. Quindi, rapidità di installazione: il CTU monta una piastra di collegamento dedicata ai cobot che per- mette un’installazione rapida del braccio roboticoabordodell’asse. Inoltre, permette un assemblaggio orizzontale verticale e a pavimento: un’opportunità perfetta per movimentare materiali, assemblaggio, di- stribuzione, ispezione qualità e finitura. Quadro elettrico compatto, motore, azio- namento, riduttore e cavi sono inclusi nella fornitura. Il CTU è inoltre completato da molteplici funzionalità di sicurezza come l’arresto d’emergenza simultaneo, manua- le (azionando lo stop sul teach pendant) e automatico, attivato dai sistemi di sicurez- za del cobot che intervengono a bloccare anche l’asse. L’asse è inoltre predisposto per accogliere sensori di sicurezza esterni come scanner laser e ottici o radar. Il CTU, infine, può integrare ulteriori freni meccanici azionati pneumaticamente, per bloccare il carro sulla guida mentre i pa- rametri di velocità e accelerazione (V=1,5 m/sA=3m/s 2 ) sono ottimizzati per il funzio- namento con i cobot UR per facilitare un uso pienamente collaborativo. Collaborazione possibile Il CTU è dunque sia una soluzione al top di gamma tra prodotti di movimentazione lineare sia uno strumento di automazione industriale che abbina la collaboratività dei robot al movimento anche su lunghe corse. Le opportunità del CTU tengono così assieme la massima espressione tanto del robot (collaborativo) quanto delle esigenze di movimentazione lineare, operando con le peculiarità della collaborazione (gestita in maniera integrata tra asse lineare e ro- bot tramite specifico software e interfacce) quando questa è necessaria e come un vero robot antropomorfo industriale in altre fasi messe tra loro in relazione, e fortemente ottimizzate, proprio dal viaggio sull’asse ausiliario esterno. Occorre essere ‘pienamente collaborati- vi’? Il cobot può svolgere quella funzione. Occorre massima velocità e prestazioni al top? Il cobot si sposta nel punto dove svolgere la nuova operazione.
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