Progettare 460

progettare 460 • marzo 2024 45 Per compiere questa analisi macroeco- nomica italiana diventa fondamentale focalizzarsi sulle interconnessioni, in termini di prodotti e quindi di filiere, con le economie degli altri Paesi del mondo. AIdAM (associazione italiana di automazione meccatronica) ha condotto un’indagine, la cui fonte dei dati è l’Uffi- cio Studi di Confindustria, per capire da quali geografie dipendiamo e su quali prodotti (distinguendo tra prodotti critici e prodotti strategici) siamo strettamente connessi ad altri. In questa analisi è emersa la fotografia di una nazione economicamente forte, che è in grado di tenere il passo delle economie più solide a livello internazionale e non è mancata nemmeno qualche conside- razione per valutare alcune opportunità che rinsaldino maggiormente la nostra forza economica (ovvero valutare Paesi alternativi con minori rischi di approvvi- gionamento). La globalizzazione cambia Dagli anni 90 è emerso e si è diffuso il fenomeno della globalizzazione, ma in oltre 30 anni il suo significato e i suoi effetti si sono evoluti tanto da dar vita ad una serie di aspetti e tendenze nuove che vanno analizzate. Nel processo di allargamento degli orizzonti commerciali si è imposto il modello delle grandi im- prese multinazionali. Ciò ha evidenziato le differenze economiche tra i vari Paesi ed è nato il fenomeno dell’offshoring verso i Paesi emergenti. L’offshoring ha prodotto un veloce spostamento di conoscenze e competenze (know-how manifatturiero) verso quei Paesi che così hanno vissuto crescite economiche (e di export) repentine. Ciò ha ridotto le disparità industriali delle varie nazioni e ha intensificato la concorrenza mondiale. Sono sorti accordi bilaterali e regionali. L’integrazione geografica è avvenuta non solo su processi produttivi ma anche su tempo libero, comunicazioni e tecnolo- gia. Di conseguenza il progetto di glo- balizzazione ha subito dei rallentamenti, anche a seguito degli effetti, divenuti mondiali, prodotti da una serie di eventi: crisi mutui subprime, maturità produttiva dei Paesi ex emergenti, intensificarsi di rischi geopolitici e geoeconomici, calo di investimenti a livello internazionale, eterogeneità tra macroaree. Tutti questi eventi hanno condotto al reshoring, ovvero nella scelta volontaria attuata da un’azienda di spostare in tutto o in parte le proprie attività produttive, o le forniture, in un Paese diverso rispetto a quello in cui le stesse erano state prece- dentemente delocalizzate. Il reshoring si è declinato in: Backshoring, ossia ritorno della produzione nel Paese d’origine; Nearshoring, ossia spostamento della produzione in Paesi vicini; Friendsho- ring, ossia spostamento della produzione in Paesi con caratteristiche politiche o economiche simili. Il tutto ha visto un rafforzamento da politiche protezionisti- che-nazionaliste messe in atto da alcuni Paesi (si veda la gestioneTrumpma anche il piano Made in China 2025). Interconnessioni tra economie Di conseguenza viene da domandarsi se le economie risultano più o meno dipen- denti reciprocamente rispetto a 30 anni fa. La risposta va analizzata caso per caso. Concentriamoci sull’Unione Europea. L’Unione Europea risulta, industrialmente parlando, relativamente autonoma. Solo l’8% delle importazioni in valore (dai mer- cati extraUE) risulta critico. Questa fetta è strettamente connessa al settore ICT. Il punto di forza dell’economia UE non è solo legato a quell’8% in termini asso- luti, bensì anche relativi: sia in numero che in valore risulta inferiore a quello di altri Stati, come USA e Cina. Non solo, l’import critico UE risulta essere piuttosto stabile nell’ultimo ventennio a fronte di una crescita di quello USA e Cina. La situazione a livello europeo rispec- chia anche quella italiana? Anche l’Italia denota un basso livello di dipendenza economica per quanto concerne i prodotti critici. Infatti, esso rappresenta il 9% in valore (circa 17 miliardi di euro). Si trat- ta di 333 prodotti che saranno indagati nel corso di questa analisi. Anche qui il confronto vede l’Italia collocarsi in una posizione di favore, in quanto il suo im-

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