Progettare 457

progettare 457 • ottobre 2023 27 in Europa soprattutto per annoverare nel portfolio nomi prestigiosi come Mitsubishi, Nissan e Toyota, il che ci ha procurato referenze. La successiva penetrazione sul mercato nazionale e il rapporto con i costruttori italiani ha dato buona risonanza al marchio. Stiamo avviando adesso collaborazio- ni anche con Portogallo, Irlanda del Nord e un’azienda ungherese sta com- prando un gran numero di avvitatori”. Secondo partner strategico di burster Italia è l’americana Honeywell – Divi- sioneTest & Mesurement, che progetta e realizza sensori meccanici. Poi c’è la svizzera Infratek, che produce watt- metri/analizzatori di potenza elettrica ad elevate prestazioni ed affidabilità, impiegati nei banchi prova di motori elettrici. E un’altra tedesca, la Toellner, che dal 1972 si propone sul mercato con apparecchiature elettroniche di prova e di misura per test su centraline elet- troniche automotive, ora sempre più raffinate per la guida senza autista. Presente e futuro Oggi l’azienda è protagonista globale nel settore delle tecnologie di misura di precisione e fornisce ad alcuni dei marchi internazionali più noti disposi- tivi di misura e sistemi per l’elabora- zione dei segnali dei sensori; il tutto sempre attraverso la sede di ricerca, sviluppo e produzione in Germania. Per quanto concerne il target clienti, essi si collocano nella costruzione e nell’in- gegneria degli impianti, nell’automa- zione, nell’industria automobilistica, nell’ingegneria elettrica ed elettronica e nell’industria chimica. Il fatturato 2022 si è chiuso con 2,5 milioni di euro, regi- strando un +20% sull’anno precedente. “Al primo posto (70%) è l’automotive – rileva Federico Acquati - con i test di riferimento, il 20% è dato dalla parte e- lettronica, un 5% è dedicato al medicale e il restante 5% al ‘bianco’ del comparto elettrodomestico. Anche quest’anno va bene con il partner giapponese, tanto che persino le case giapponesi che sono in Europa preferiscono comprare da noi che dagli integratori nipponici”. E lo sprone ad andare avanti e fare meglio, magari puntando su nuovi settori e tecnologie del futuro, non manca. “Mi piace ancora lavorare – conclude Alber- to Acquati – e, se mi guardo indietro, la sensazione è che questi trent’anni siano letteralmente volati”.

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