PRO_456
progettare 456 • settembre 2023 35 soluzioni su misura e da un crescente contenuto di servizi nell’offerta di vendita. Per molte categorie di beni l’Italia esprime un vantaggio competitivo sia in termini di prezzo applicato per la vendita sia, a parità di prezzo, per le più elevate quanti- tà di macchinari vendute. Non sorprende quindi che il nostro Paese risulti leader mondiale nella produzione di molte ca- tegorie di macchinari. Il rapporto indica anche la strada per atti- vare il potenziale suggerendo di interve- nire su vari assi per la competitività delle imprese, come: supportare la servitizza- zione (la fornitura di servizi aggiuntivi post-vendita); adottare comportamenti più sostenibili; favorire i trattati interna- zionali; stimolare l’innovazione. Transizione digitale ed ecologica Gli eventi globali degli ultimi anni hanno avuto la funzione di acceleratore di un processo che era già in corso. La dop- pia transizione, sia digitale sia ecologica, rappresenta da tempo una delle principali sfide che le imprese devono affrontare, ma che al contempo può portare con sé un grande potenziale di crescita. L’Unione Europea, destinando circa 127 miliardi di euro per riforme e investimenti digitali connessi ai Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza, ha riconosciuto la necessità di accelerare il processo di digitalizzazione nei Paesi membri. L’indice di digitalizzazio- ne dell’economia pubblicato annualmente dall’UE, il rapporto Desi, indica come l’Italia abbia un ampio divario da colmare verso le altre economie europee. Il nostro Paese si colloca al diciottesimo posto fra i ventisette membri nel 2022. Diventa così cruciale sfruttare con la massima efficien- za i fondi del Pnrr destinati all’Italia nei prossimi anni, circa 48 miliardi di euro, dedicati alla trasformazione digitale. Un ottimale utilizzo di queste risorse agirebbe da propulsore nel processo di transizione Il potenziale di export Dal rapporto emerge che tra i mercati avanzati, quelli che offrono un maggiore potenziale sfruttabile sono gli USA (con un potenziale di export aggiuntivo stimato in circa 1,7 miliardi di euro), Francia e Germania a pari merito (600 milioni di potenziale), poi Austria e Canada. Il potenziale aggiuntivo nei mercati emergenti è guidato da quello cinese, dove è ancora sfruttabile il 52% del potenziale di export totale per un ammontare pari a circa 2 miliardi di euro. Questo potenziale in Cina è dovuto in larga parte alla dimensione del mercato. Seguono Turchia (potenziale di 700 milioni) e India (600 milioni), poi Messico e Brasile. L’Italia risulta inoltre tra i primi esportatori sia per quota di mercato sia per competitività tra i fornitori internazionali di prodotti ACT. Nel 2020 l’Italia si è qualificata quinta, dietro Cina, Regno Unito, Germania e Austria. I principali importatori di macchinari ACT provenienti dall’Italia rimangono gli Stati Uniti, seguiti dalla Germania e dalla Cina. L’export ACT vale quasi 28 miliardi di euro. Il valore delle esportazioni di macchinari italiani ACT nel mondo può essere diviso per mercati di destinazione. Quelli ad avere maggior peso sono i mercati avanzati, che insieme assorbono più di 18 miliardi di euro. Il valore delle esportazioni nei mercati emergenti è, invece, più limitato e registra poco più di 9 miliardi di euro. L’export di ACT è cresciuto in particolar modo nelle Americhe, tanto del Nord quanto in America Latina e nei Caraibi, così come nel continente europeo, destinazioni che hanno registrato la crescita maggiore nel corso del 2022 rispetto ai tre anni precedenti. Il susseguirsi di eventi che hanno scosso le economie globali e messo a dura prova le catene di produzione altamente complesse e frammentate ha evidenziato l’importanza di stringere accordi che garantiscano il cor- retto svolgimento delle attività anche in condizioni di elevata complessità. Per l’Italia questo vorrebbe dire rafforzare i suoi legami commerciali principalmente con i Paesi dell’UE, un importante sbocco per le vendite di macchinari ACT (circa il 41% delle esportazioni) e la principale fonte di investimenti diretti verso l’Italia. Ma non solo. Sarà cruciale rinsaldare il legame tra Stati Uniti e UE e fondare nuovi accordi di libero scambio per fronteggiare una concorrenza sempre più intensa e rafforzata da accordi tra Paesi terzi, come ad esempio il ‘Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep)’ in Asia.
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