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100 progettare 456 • settembre 2023 AUTOMAZIONE co. Sia chiaro che, per realizzare la smart factory, gli investimenti tecnologici e in particolare quelli dell’automazione sono cruciali in questo senso. Del resto, secon- do McKinsey, nei prossimi cinque anni, le aziende più competitive arriveranno a destinare fino al 25% del capitale inve- stito nei sistemi automatizzati. Inoltre, lo studio rimarca la difficoltà di recuperare competenze e non riuscire a concretizzare i progetti. Macchine utensili intelligenti Nell’attuale fase storica dei sistemi per produrre, le industrie e i centri di ricerca elaborano strategie di sviluppo orienta- te su vari percorsi. Si dà per assodato che la struttura portante, la meccanica del sistema, sia arrivata a un punto con pochi margini di miglioramento. “Oggi l’autostrada del miglioramento dei beni strumentali riguarda l’automazione e il software di gestione - afferma Goletti -. Dai robot (antropomorfi e cartesiani ndr) ai sistemi di visione fino allo sviluppo di part-program generati automaticamente, con velocità di calcolo elevata, questi so- no i percorsi da seguire. Ci sono aziende che propongono livelli di automazione sofisticati, in grado di adattarsi alle sin- gole esigenze dell’utilizzatore. Esistono in commercio piattaforme di automazione con costi accessibili, cosa impensabile fino a una decina di anni fa”. Con industria 4.0 tutti questi concetti sono stati resi concreti: le macchine utensili sono state collegate ai server; i tablet e gli smartphone hanno preso il posto dei disegni cartacei; cru- scotti digitali permettono un controllo della produzione anche da remoto; la manutenzione è diventata predittiva con una svolta epocale, riducendo ai minimi termini i fermi macchina. I tempi produt- tivi si sono ridotti e l’impatto ambientale rientra nei limiti di sostenibilità secondo norme e direttive, massimizzando i profitti. “Tutte queste innovazioni - sottolinea Goletti - si concentrano in un una do- manda, l’operatore deve concentrarsi sull’utilizzo della macchina o sviluppare oggetti graditi al mercato? Costruiti in varietà e quantità secondo le esigenze del consumatore? Magari con un bel design e con un impatto ambientale sostenibile? Ecco allora la necessità di investire in automazione in tutti i comparti produt- tivi. Una delle soluzioni per raggiungere questi obiettivi è la digitalizzazione dei sistemi. Il modello digitale 3D è una vera rivoluzione dei processi. Esso rappresen- ta in modo virtuale il prodotto fisico, ma in questo caso è possibile effettuare un numero illimitato di simulazioni per va- lutare come il prodotto, la macchina o il processo si comporti quando integrato in modo operativo”. Questo approccio aiuta a validare molti aspetti legati alla proget- tazione e alla produzione: gusto estetico, materiali e processi produttivi in modo sostenibile. Le prove sono digitali, non si producono scarti da smaltire e si consu- ma pochissima energia in confronto alla produzione di una serie di dimostratori. Tra asportazione e additive La potenzialità del settore è ampia. La digitalizzazione e la raccolta dati permet- tono margini di competitività mai vista prima. Con un qualsiasi smartphone in pochi minuti si è collegati con il mon- do, ricevendo informazioni e generando dati, ma ci sono poche applicazioni per il mondo industriale con questa facilità. Utilizzare soluzioni consumer per il mondo business sembrerebbe la nuova frontiera. Ecco allora che alcuni produttori di CNC hanno sviluppato interfacce amichevoli, che utilizzano app e gestiscono il sistema produttivo con tablet in grado di svolgere molte funzioni. “Queste nuove soluzioni, È necessario investire nell’innovazione in tutti i comparti produttivi.
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