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progettare 440 SETTEMBRE 2021 55 SPECIALE INDUSTRIA AUTOMOTIVE di aziende consolidate (pensiamo al Por- sche Cayenne, all’Alfa Romeo Stelvio, alla Lamborghini Urus) che pian piano sono divenute realtà commerciali di successo. Non c’è da stupirsi se con l’elettrico potrà avvenire lo stesso, così come quando si passò, anche per numerose vetture sportive, dal motore anteriore a quello centrale (ultimo esempio la Chevrolet Corvette C8), ai tempi quasi una blasfe- mia e ora uno standard sportivo. Uno studio, tre casi Prendiamo ora tre casi studio di marchi che non hanno bisogno di presentazioni: Harley-Davidson, Porsche e (Ford) Mu- stang. Al solo nominare queste realtà l’immaginario collettivo associa un suono distintivo, prima ancora di pensare alla loro meccanica o al design. Harley, da sempre legata al V-Twin e a un design collegato alla grande presenza di una meccanica guidante nell’estetica finale, ha tentato già con un prototipo nel 2014 entrato poi in produzione nel 2019, la LiveWire. La ricerca di riprodurre una Harley-Davidson LiveWire entrato in produzione nel 2019: totalmente elettrica. ne è molto semplice. L’innovazione è la chiave di tutto e l’atteggiamento (a volte ostentato) da startup tecnologica invece che da azienda automotive sono assoluta- mente in primo piano. Nessuno grida allo scandalo tra i puristi, che semplicemente disdegnano i prodotti presentati, preferi- scono veicoli di marchi più consolidati. Allo stesso tempo, un nuovo pubblico appassionato di hi-tech e innovazione si è rapidamente trasformato in una setta di proseliti, come la community degli utenti Tesla, tanto per citare il leader del settore; azienda che nell’immaginario collettivo, più che prendere il posto di realtà come Ford, ha preso il posto di Apple o IBM. Ma in tutto questo come sarà la transizione per le realtà storiche? Marchi automobili- stici e motociclistici legati spesso a dop- pio filo alle loro peculiari motorizzazioni hanno una sfida importante: seguire le tendenze, adattarsi alle imposizioni del mercato e ai vincoli legali, senza perdere gli appassionati storici. Abbiamo visto negli anni quanti già storcessero il naso di fronte alla comparsa dei primi SUV forte estetica, supplendo alla bellezza scultorea del motore endotermico non è purtroppo bastata a colpire al cuore gli harleysti, troppo legati all’immaginario del mito americano e dell’icona in sé, più che alla funzionalità dell’oggetto o alle sue prestazioni. Un ottimo color and trim e un design dirompente forse sono ancora tabù per il mondo delle due ruote, almeno per la sostituzione di veicoli di grossa e media cilindrata. Il secondo caso riguarda la Mustang Mach-E. Prima pietra dello scandalo: il nome Mustang con l’iconico cavallo al galoppo su un SUV. Seconda ‘pro- vocazione’: non solo non c’è l’ombra del classicissimo motore V8 anteriore e della trazione posteriore, ma qui ci troviamo davanti a una possibilità di trazione integrale e non è disponibi- le alcuna versione a motore termico, tantomeno di un prodotto che rispetti i canoni della più leggendaria muscle car a stelle e strisce. Il design è molto più fluido e il profilo lineare laterale con la grande calandra sono spariti, abbrac-
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