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progettare 440 SETTEMBRE 2021 45 SPECIALE mese e del 46,5% nel cumulato; l’indice della produzione di parti e accessori per autoveicoli aumenta del 358% nel mese e del 48,3% nel cumulato. Si registra un andamento analogo per quanto riguarda la produzione rilevata da Anfia: le au- tovetture prodotte passano da 400 nel mese di aprile 2020 a 43.900 ad aprile 2021, portando la crescita del primo quadrimestre a +61,8%. In Europa Le immatricolazioni in Unione Europea più Paesi Efta e Regno Unito, secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei co- struttori europei, sono state 850.170, il 20,3% in meno dello stesso mese del 2020. Nei primi due mesi sono state immatricolate complessivamente 1.693.059 vetture, con un calo del 23,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il gruppo Stellantis ha immatri- colato a febbraio in Unione Europea più Paesi Efta e Regno Unito 198.883 auto, l’altro 30% delle infrastrutture è sparso nel restante 77% della regione. Boom dell’elettrico L’indagine trimestrale Acea sul mer- cato delle autovetture per tipologia di alimentazione riguarda l’aera UE (e- sclusa Malta), allargata all’Efta e al Re- gno Unito. L’area analizzata conta per il periodo gennaio-marzo 2021 oltre 3 milioni di nuove immatricolazioni, so- stanzialmente in linea con i volumi del primo trimestre 2020 (+0,5%). Rispetto al primo trimestre 2020, le immatrico- lazioni di auto a benzina registrano un calo del 19,1%, le diesel diminuiscono del 23,4%, mentre nel complesso, le au- tovetture ad alimentazione alternativa crescono del 90%. Nel dettaglio, sono le Phev (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) a registrare la crescita più significativa (+154%), seguite dalle ibride tradizio- nali (+90%) e dalle elettriche a batteria (+55%). Le autovetture a gas naturale sono le uniche vetture a basse emissioni a calare rispetto al 2020 (-11,3%), ma costituiscono una parte molto margi- nale del mercato (0,5% del mercato). Per illustrare quanto sia asimmetrica la distribuzione dei caricabatterie, Acea fa un esempio: la Romania, circa sei volte più grande dei Paesi Bassi, conta solo 493 punti di ricarica, o lo 0,2% del tota- le dell’UE. Questa implementazione di infrastrutture a doppio binario si sta svi- luppando lungo le linee di demarcazione tra gli Stati membri più ricchi dell’UE nell’Europa occidentale e i paesi con un PIL inferiore nell’Europa orientale, centrale e meridionale. I Paesi con una massa terrestre di grandi dimensioni ma un PIL inferiore, come la Polonia (0,8% dei caricabatterie dell’UE) e la Spagna (3,3%), sembrano essere lasciati indie- tro. Il divario tra la Germania, il paese numero tre (che rappresenta il 19,9% di tutti i punti di ricarica nell’UE) e il nume- ro quattro, l’Italia (5,8%) è già enorme. INDUSTRIA AUTOMOTIVE il 22,4% in meno dello stesso mese del 2020. La quota è pari al 23,4% a fronte del 24%. Nei primi due mesi le imma- tricolazioni del gruppo sono 377.905, in calo del 24,7% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso, pari a una quota del 22,3%. Tra i cinque maggiori mercati, il risultato migliore lo registra l’Italia con una contrazione contenuta nel 12,3% in febbraio contro cali del 19% in Germania, del 20,9% in Francia, del 35,5% nel Regno Unito e del 38,4% in Spagna. L’associazione europea dei co- struttori di automobili sottolinea inoltre, come tutta l’Unione Europea mostra un quadro completamente squilibrato per quanto riguarda la diffusione dei punti di ricarica per le auto elettriche. Il 70% di tutte le stazioni è concentrato in soli tre Paesi dell’Europa occidentale: Paesi Bassi (66.665), Francia (45.751) e Ger- mania (44.538). Insieme, questi Paesi coprono solo il 23% della superficie totale dell’Unione europea. Per contro,

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