PR_439

progettare 439 GIUGNO / LUGLIO 2021 27 Un dato, però, fa riflettere: nono- stante l’esperienza conversazionale generi soddisfazione nei consuma- tori, solo il 18% di essi ne fa uso, il resto preferisce ancora contattare l’azienda con metodi più tradizionali. Infine, per quanto attiene all’impatto che le nuove tecnologie potrebbero avere sul vissuto quotidiano in tema di privacy, i consumatori si mostrano piuttosto aperti verso applicazioni che attingono ai dati personali come le polizze assicurative, la video sorve- glianza, i sistemi di autentificazione con utilizzazione e manipolazione di dati personali come i dati biometrici, o sistemi di autodiagnosi. AI e istituzioni “Negli ultimi dodici mesi l’IA - spie- ga Nicola Gatti, direttore dell’Osser- vatorio Artificial Intelligence - ha focalizzato su di sé l’interesse delle istituzioni, in quanto ritenuta una delle tecnologie chiave per il rilancio dell’economia e la trasformazione digitale. Non è un caso, infatti, che a luglio 2020 sia stata pubblicata la ‘Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale’, e che in questo modo siano state poste le basi per la na- scita dell’Istituto Italiano I3A: hub nazionale, sostenuto da uno stan- ziamento di 90 miliardi, e destinato a coordinare le diverse attività di ricerca per contribuire allo sviluppo del settore”. E i progetti non si arrestano qui, ma si guarda anche al piano più pragmatico della prototipazione, con l’idea di aprire un centro ad hoc, finanziato da capitali privati, con l’intento di coinvolgere nella ricerca, in misura crescente, anche il mondo industriale. “La relazione tra industria e ricerca in Italia non è consueta” lamenta però Gatti. Da noi infatti sarebbe impensabi- le avere laboratori di ricerca come quelli di Amazon, Facebook, Google oApple: veri e propri laboratori di IA, emblema di questa forte ‘contamina- zione’ tra ricerca e industria. Non è un caso che negli USA, sol- tanto nel 2019, su 80 mila lavori scientifici, ben il 10% abbia avuto dei coautori industriali e - quindi - una forte connotazione concreta e pragmatica. “In Italia - prosegue Gatti - in man- canza di questa impostazione, la via migliore da percorrere è proprio quella dell’hub, del centro di ricer- ca. Naturalmente, però, si dovranno individuare delle linee di sviluppo ben precise in grado di valorizzare l’iniziativa. Mi riferisco in particolare al potenziamento della formazione (non dimentichiamo che per il 2025 si prevede un gap di posti di lavoro tecnici tra domanda e offerta), all’a- nalisi di opportunità dei nuovi casi di studio; allo studio di fattibilità dei progetti e, infine, alla loro implemen- tazione.” @carmelaignaccol

RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz