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progettare 438 MAGGIO 2021 19 mento che mette in difficoltà, tra gli altri, anche il settore dell’automobile, già sufficientemente provato da crisi precedenti. Guai a descrivere questo momento come una bolla. Non lo è. Ariotti spie- ga che “la quotazione della ghisa da affinazione è passata da una media di 319 euro la tonnellata, rilevata a settembre 2020, agli oltre 500 euro di inizio aprile (+58%). Per quanto riguarda il rottame, il lamierino in pacchi è passato dai 303 euro/tonnel- lata di inizio settembre, agli oltre 410 euro di inizio aprile (+36%)”. Nel 2008 i prezzi delle materie prime erano più che raddoppiati in pochi mesi, per poi rientrare ai livelli di partenza altrettanto rapidamente.“E non siamo nemmeno all’epoca dei giochi olim- pici del 2004 dove da maggio fino a luglio ci fu un’impennata sui prezzi dell’acciaio per poi avere un crollo simmetrico dopo l’estate a giochi fi- niti”, ha ricordato Morandi. All’epoca si trattò di una bolla, come si scoprì in seguito, mentre oggi abbiamo delle motivazioni legate all’economia reale. Si pensi, tra l’altro, che siamo di fronte a un aumentonotevole anche dei prez- zi dei materiali grezzi. Secondo The Guardian e come ricorda Morandi, il prezzo del minerale di ferro è salito a 176,90 dollari a tonnellata poco prima di Natale, il più alto dal maggio 2011, e il prezzo di mercato del rame ha superato gli 8.000 dollari a tonnellata per la prima volta in oltre sette anni. Il prezzo globale del petrolio è salito a 11 mesi a 55 dollari al barile con l’aiuto del cartello petrolifero Opec. Tuttavia, secondo Federacciai, il com- partodell’acciaioè ripartito.Anche l’in- dustria siderurgica italiana è cresciuta nei primimesi di questoanno, seppure con differenze tra i comparti. Mentre la meccanica lavora con prodotti lunghi, come le barre, che hanno subito in misura minore l’effetto incrementale dei prezzi in quanto legati al tema del riciclo, qualche segnale di difficoltà maggiore invece lo riscontriamo nei coils (laminati piani per elettrodome- stici e auto) che hanno subito rincari più pesanti. “Nel complesso, comun- que, tranne per le consegne ritardate a causa dell’assorbimento di molto materiale da parte dei mercati asiatici, il comparto siderurgico è partito bene perché c’è un effettivo incremento del- la domanda”, afferma Bregant. Speranza nel Recovery Fund È proprio sulla scarsità di produzione italiana di coils a caldo il grido del comparto ma anche qualche segno di speranza. Infatti, la situazione ex Ilva sembra in via di risoluzione gra- zie all’accordo finalizzato tra Ancelor Mittal e Invitalia, società controlla- ta dal ministero dell’Economia, che ha sbloccato il dossier sulla storica acciaieria che cambia nome, grazie alla partnership pubblico-privato, in Acciaierie d’Italia. Questo accordo a- vrà nel tempo un effetto di rilancio, soprattutto per lo stabilimento di Ta- ranto e porterebbe di nuovo in alto l’asticella sul comparto siderurgico in Italia. Accontentata, almeno in parte, Federacciai che da tempo chiede al Governo un piano siderurgico nazio- nale per evitare penalizzazioni. “Serve un settore siderurgico che fornisca materia prima concorrenziale e non penalizzatada fattori esterni. Nei nostri comparti – commenta Bregant - ab- biamo una comunità di imprenditori che nonostante alcune storture del Paese (costi energetici maggiori, de- ficit infrastrutturale e altro) riescono a competere sui mercati internazionali ma dobbiamo evitare che la situazione peggiori”. Anche Dal Poz è convinto, dati alla mano, che alcune misure adottate da Governi precedenti siano state fatte con criterio e non abbia- no mandato a gambe all’aria l’intero compartomanifatturiero. Il presidente di Federmeccanica cita gli strumenti di protezione e garanzia a favore del sistema bancario che prestava denaro alle imprese e ha portato giovamento alla ripresa di fine 2020/inizi 2021. Quello che auspica Dal Poz e sostie- ne anche Morandi è evitare aiuti a pioggia. Serve focalizzarsi, laddove sia il caso, con nuovi strumenti, come per esempio “una nuova versione del piano Industria 4.0. Auspico che, attra- verso il Recovery Fund, si identifichino strategie che innestino una logica di investimento che sia da motore per l’infrastruttura, l’occupazione e la ri- cerca”, dice Dal Poz. Su questo fronte è convinto che questi fondi possano ‘cambiare il volto’ anche dell’Italia purchè siano rispettati due passaggi chiave: un aspetto di accountability, ossia che venga giustificata la spesa di questi fondi e la tempistica, attraverso un rispetto perentorio dei termini di allocazione di queste risorse. @stefano_belviol
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