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EDITORIALE luca Rossi L’Italia non ha una strategia nella sfida all’uso di idrogeno L’Italia può utilizzare a suo vantaggio la tecnologia dell’idrogeno, oltre che per raggiun- gere i target di decarbonizzazione, per indicare nuove forme di competitività industriale, facendo leva sul proprio potenziale manifatturiero e sulle proprie competenze nella fi- liera del gas naturale. Il quadro emerge dallo studio ‘H2 Italy 2050: una filiera nazionale dell’idrogeno per la crescita e la decarbonizzazione dell’Italia’, realizzato da The European House – Ambrosetti per Snam. L’Italia, però, è uno dei pochi Paese Ocse a non avere ancora elaborato una vera strategia nazionale per l’idrogeno. Alcune aziende del comparto della meccanica strumentale, invece, stanno investendo in ricerca sul tema. In questo senso, il privato sta rispondendo meglio del pubblico alla sfida. La sfida è stata lanciata dalla Commissione Europea: diventare nel 2050 il primo con- tinente ‘climate-neutral’ al mondo. Cogliere questa opportunità significa costruire un nuovo paradigma sociale ed energetico, ma soprattutto un volano industriale attraverso la realizzazione di significativi investimenti infrastrutturali e di innovazione. Lo studio di The European House – Ambrosetti ha analizzato le strategie nazionali sull’idrogeno elaborate dai principali Paesi Ocse. Tra questi l’Italia risulta tra quei pochi che non hanno disegnato con anticipo una road map di indirizzo operativo per questo vettore energetico finalizzata a valorizzarne i benefici. Usato in maniera complementare con le altre tecnologie, l’idro- geno può contribuire in modo significativo a creare processi industriali più sostenibili e puliti, a realizzare una mobilità a zero emissioni e a ridurre le emissioni generate dal riscaldamento domestico, un’opportunità ambientale che potrebbe voler dire per l’Italia oltre 97 milioni di tonnellate di CO 2 in meno, il 28% delle emissioni totali di oggi. @lurossi_71 l.rossi@lswr.it progettare 437 • aprile 2021 7
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