PR_437
progettare 437 APRILE 2021 25 de, che per portarsi in orbita ricorre a propulsori ad acqua e plasma. “L’idea è quella di passare progres- sivamente dai tradizionali pannelli fotovoltaici, applicabili con maggior successo in caso di consumi energe- tici di portata ridotta, a un sistema solare termico che utilizza turbine a vapore e generatori e che si rivela più efficiente con potenze potenza di centinaia di KW”. Ma le risorse spaziali utilizzabili sono innume- revoli. A partire dall’acqua, abbon- dante e facile da estrarre e stoccare, passando per metalli come ferro e nickel da utilizzare per mega strut- ture spaziali, per arrivare a metalli rari e preziosi, potenzialmente adatti all’industria del futuro. Soluzioni al- ternative ispirate alle risorse spaziali e naturali, dunque. E l’approccio è molto simile anche per Sitael che “ha investito molto anche in colla- borazione con le università - spiega Chiara Pertosa, presidente dell’a- zienda pugliese -, sviluppando mo- tori a totale propulsione elettrica”. Senza altri propellenti, dunque, che non siano i gas presenti nell’atmo- sfera: una soluzione perfettamente in linea con l’attuale spinta ‘green’. “E a questo proposito - precisa Per- tosa - voglio ricordare il programma Platino, - realizzato con i nostri part- ner, che ricade nel programma dei mini satelliti (inferiori ai 200 kg) a propulsione elettrica e rappresenta la mini piattaforma spaziale ad alta tecnologia di matrice interamente italiana”. Spazio come risorsa, dun- que, ma anche come sede di future criticità. Come sottolineato infatti da Pascale Ehrenfreund, presidente IAF, una riflessione sulla Space Economy non può prescindere dal prevedere - in tempi ragionevolmente vicini - un costante accumulo di detriti spaziali. Prendere atto di questo problema ancora ‘in nuce’ porta a sviluppare un duplice ragionamento. Da una parte relativo alla sostenibilità delle regioni orbitali, dall’altra attinente al ruolo dell’intelligenza artificiale e del machine learning come stru- menti atti alla processazione dei big data in ottica previsionale. “Ad oggi il problema è ancora rela- tivamente modesto - precisa Matteo Cascinari- ma nel tempo è inevitabil- mente destinato a crescere. Parliamo di oggetti che viaggiano a 28.000 km/h, quindi potenzialmente distrut- tivi anche se molto piccoli”. È chiaro, allora, il problema ci sarà. Meno chia- ro, oggi, è come affrontarlo. Secondo il manager di Primo Space uno dei temi è di carattere regolatorio: una disciplina internazionale in materia latita, anche perché ci sono in ballo complessi equilibri geopolitici. Alla questione normativa, si affianca poi quella tecnologica: quale soluzione avrà la resa migliore a costi conte- nuti? “Sono già numerose le aziende che hanno iniziato ad affrontare il problema: senza però un quadro com- plessivo ben delineato non è semplice imboccare con decisione una strada. È più prudente aspettare. Per ora”. @carmelaignaccol
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz