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progettare 435 GENNAIO / FEBBRAIO 2021 19 “Il recupero è già iniziato dopo l’estate e il mercato prima tonico solo sui vo- lumi, adesso inizia a recuperare anche in termini di prezzi di vendita. Teme- vamo che questo secondo lockdown bloccasse la domanda e invece non è andata così. Sicuramente l’esperienza vissuta nella prima fase pandemica ha aiutato tutti a essere più razionali e freddi. Ma soprattutto la svolta c’è stata con la notizia che a breve ci sa- ranno i vaccini, una prospettiva che ha rilanciato un sentimento positivo perché si è incominciata a vedere la luce alla fine del tunnel. Quindi sono moderatamente ottimista. Credo po- tremmo avere un 2021 sicuramente migliore del 2020 ma ancora distante dai volumi e dalla redditività del 2018, uno degli anni più brillanti dopo la crisi del 2009”. Se si dedica più tempo ai giochini di potere che ai contenuti, se prolificano le task force e i comitati, se si cede alla tentazione di mancette dal sapore elettoralistico perderemo il treno più importante che stapassandodai tempi del piano Marshall”. L’acciaio italiano è ancora con il fiato sospeso sulla vicenda ex-Ilva. Ritiene che dopo tanta attesa il 2021 sarà l’anno del cambio di passo anche per Taranto? “Dagli eventi delle ultime settimane sembra che si stiano realizzando i pre- supposti per arrivare aduna vera e pro- priasvolta. Il ritornodel pubblicoèstato oggetto di polemiche e discussioni. Da parte nostra, come Federacciai, c’è la consapevolezza che ci sono momenti in cui se l’effetto combinato di perdite e investimenti per il rilancio di asset strategici è insostenibile per un investi- tore privato, l’investimento pubblico è necessario. Equestovalesoprattuttose gli obiettivi di sostenibilitàdati sonoco- sì ambiziosi da andare nel breve verso tecnologie e soluzioni che vanno oltre gli attuali target europei di settore. Un accompagnamento dello Stato - come ad esempio il pianoObama per le Case automobilistiche statunitensi nel 2009 - è possibile e necessario. Non uno Stato imprenditore ma uno Stato tra- ghettatore che protegge il turnaround per poi rimettere sul mercato l’azienda. E comunque penso che il 2021 o è ve- ramente l’anno della svolta o è la fine della siderurgia aTaranto. Dal 2012 fino all’arrivo di ArcelorMittal l’Ilva è stata abbandonata a se stessa con commis- sari, dirigenti e maestranze che hanno fatto i salti mortali per tenerla in piedi. Ma una qualsiasi azienda siderurgica è come un’automobile, se non riceve le manutenzioni adeguate prima o poi collassa”. Davide Lorenzini è direttore responsabile di siderweb. L’articolo è tratto da ‘Speciale 2020’ edito da siderweb. Il 2021 sarà sì un anno di crescita, ma forse ancora lontano dai livelli pre- Covid. Su cosa le aziende siderurgiche dovranno puntare per accelerare il recupero? “Continuare ad investire in processi e prodotti, sostenibilità ambientale e qualità. Le nuove tecnologie e la digi- talizzazione ci consentono di raggiun- gere livelli di efficienza impensabili sino a qualche anno fa. E poi la nuova cultura ambientale ha consentito di a- prire grandi prospettive sia per quanto riguarda l’economia circolare con il riutilizzo dei sottoprodotti che per ciò che concerne i risparmi di energia, gas e acqua. Credo però che oltre a quello che fanno e faranno le singole aziende, dovremo essere in grado di rilanciare la capacità di portare avanti insieme grandi progetti e grandi obiettivi. La collaborazione fra imprese penso che sia un tema chiave da sviluppare sia in sensoorizzontale, ovvero fra produtto- ri e/o trasformatori, sia in senso verti- cale come filiera. Con Interconnector abbiamo dato la dimostrazione che insieme possiamo fare grandi cose. All’orizzonte ci sono criticità che, se verranno affrontate insieme, potranno diventare opportunità: mi riferisco sia allo sviluppo di PPA per favorire la cre- scita di produzione di energia da fonti rinnovabili, ma anche alla possibilità di dare risposte comuni alla crescente domanda di materie prime di qualità come l’HBI”. Quali invece i rischi all’orizzonte? “Il rischio vero, che non ci deve fare dormire di notte, è quello che il nostro Paese non riesca a cogliere la gran- dissima occasione che si sta prospet- tando con il Recovery Fund. Abbiamo la possibilità di avviare un grandioso rilancio andando ad attuare riforme ed investimenti che attendiamo da anni. Ci sono le competenze e le intelligenze che possono veramente generare una svolta sempre che la regiadel Governo sia efficiente, sapiente e determinata.

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