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40 progettare 434 NOVEMBRE / DICEMBRE 2020 INCHIESTA sviluppo tecnologico del Paese. Forte è anche la politica di attrazione di studenti stranieri messa in campo dal Paese, con l’obiettivo di attrarre 500.000 studenti internazionali entro il 2020, con le molte borse di studio e di ricerca offerte dalle università cinesi. Un trattamento preferenziale è inoltre riservato a chi cerca lavoro in Cina dopo aver completato un percorso di studi svolto interamente nel Paese, a fronte di una richiesta di competenze sempre più specifiche. Al 2017 sono state censite 2.914 università in Cina, divise in 2.631 vere e proprie univer- sità e 283 università per formazione permanente, formazione universitaria per adulti e università telematiche. La Repubblica Popolare Cinese ha quindi avviato nel 2003 con la legislazione sulle Joint Venture il coinvolgimento delle università internazionali all’in- terno del proprio sistema educati- vo. Collaborazioni che il nuovo piano 2010-2020 ha spinto verso un’ulterio- re espansione, ponendo particolare enfasi sul coinvolgimento di partner prestigiosi e di alta qualità. In tale con- testo, ogni attività formativa erogata a cittadini cinesi all’interno del territorio cinese deve avvenire in cooperazio- ne con un ente di alta formazione cinese. Le Joint venture educative devono inoltre essere gestite come entità autonome, e non come campus distaccati delle università originali (anche se oggi si contano già alcune eccezioni alla regola). Un insieme di azione normativa e di logiche di mercato ha quindi guidato negli ulti- mi 15 anni lo sviluppo dell’istruzione universitaria internazionale in Cina e Formazione interculturale Nel contesto più ampio del coinvolgimento degli istituti stranieri nel sistema dell’alta formazione in Cina, esistono importanti collaborazioni universi- tarie tra atenei italiani e cinesi, come spiega Francesco Boggio Ferraris (in foto), direttore della Scuola di Formazione Permanente della Fondazione Italia Cina. “I principali progetti riguardano nove tra le principali università italiane. Su tutte spicca sicuramente il Progetto Politong - Double master degree programme del Politecnico di Milano con la Tongji University di Shanghai, con lo scambio di 24 studenti per università tra il College of design and Innovation della Tongji University e la Scuola di Design del PoliMi. Il programma prevede dei progetti di doppia laurea di Ateneo, che consentono agli studenti italiani di trascorrere un periodo di studio all’estero e di frequentare corsi finalizzati alla laurea italiana e a un riconoscimento di pari livello accademico da parte di una scuola estera. Diverse sono quindi le ragioni che spingono la Cina all’apertura al sistema educativo occidentale. La mobilità internazionale e la collaborazione scientifica in ambito education per la Cina sono un fattore di enorme importanza e un investimento di lungo termine sullo sviluppo di skill e competenze globali, indispensabili per lo sviluppo di quella che è oggi la seconda potenza economica mondiale. Le nuove competenze e la modernizzazione del curriculum passano per questa strada. Per quanto riguarda l’Italia, i vantaggi che derivano da queste collaborazioni e joint venture sono innumerevoli: oltre al prestigio internazionale significa sicuramente aprire la porta a investimenti dalla Cina, formare talenti che potranno operare in uno dei mercati più strategici e grandi al mondo”.
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