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24 progettare 433 OTTOBRE 2020 Il concetto con cui si dovrà fare i conti è che le persone sono cambiate: due mesi (e anche più) di lockdown han- no incrinato le precedenti certezze e sovvertito valori e attitudini. Oggi è la casa il porto sicuro, mentre all’esterno si teme di rischiare di più. E questa nuova e diffusa percezione ha risvolti più che evidenti: cresce per esempio l’attenzione per l’ambiente domestico, frequentato quotidiana- mente (sentiment che si estrinseca nella cura per l’arredo, la ristruttura- zione o l’home entertainment),mentre i settori che gravitano sul fuori casa, la mobilità o il fashion fanno ancora fatica a ritornare tra le priorità dei consumatori. Naturalmente questo è solo un esem- pio, ma deve farci riflettere sul nuovo volto della società (e quindi del mer- cato) con cui ci si dovrà confrontare”. E sul ‘dopo’? “Quanto al futuro, non sono partico- larmente fiduciosa in una soluzione rapida né dal punto di vista sanitario (troppo nebulosa la situazione ‘vacci- no’), né sul fronte economico: è una comprensibile reazione psicologica sperare in un rimbalzo già dal prossi- mo anno, ma manca però di concre- tezza. La ripresa verrà, certo, ma non credo sarà così consistente (qualcuno ipotizza un +5%) né così immediata (le stime propongono addirittura il primo trimestre del 2021). Prendere come esempio il caso della Cina e della sua rapida rimonta è fuorviante: parliamo infatti di una realtà socio-politicamolto diversa da quelle occidentali, quindi non replicabile altrove. Realisticamente, penso che ci vorran- no 2- 3 anni per ritornare alle posizioni del 2019”. Abbiamo ripercorso la sua esperienza dirigenziale in azienda, viene quindi spontaneo chiederle cosa significhi es- sere - da donna - a capo di una azienda leader mondiale in un settore tradizio- nalmente a ‘trazione’ maschile. “Beh, vede io sono un caterpillar: punto dritto ai miei obiettivi. Per me l’azienda, come in passato per papà, è il terzo figlio e il mio scopo, fin dagli inizi, è stato quello di portarla avanti con successo. Sono andata avanti per la mia strada, forte anche del supporto interno del mio team. Io non penso che l’essere donna in sé possa fare realmente la differenza o essere un ostacolo; credo piuttosto nella forza dell’individuo (a prescindere dalle questioni di gender) e del suo essere un a ‘self company’. Quello che conta sono le competenze, per questo non ho mai rinunciato agli aggiornamenti professionali: ritengo un dovere, specialmente per chi abbia posizioni apicali, puntare sulla costan- te riqualificazione professionale. Le assicuro che rimettere in discussione il proprio background formativo, an- ziché limitarsi a vivere sugli allori di una laurea, è faticoso, specialmente all’inizio, ma è fondamentale. Quindi il consiglio che rivolgo a tutti (e non solo alle donne) è quello di puntare su se stessi come individui e sul proprio valore: è questo il vero discrimine”. Come vede il ‘cambio generazionale’, fase molto spesso critica per tante aziende? Si sta già pensando anche al futuro in questo senso? “Già anni fa io e mio fratello (socio dell’azienda) abbiamo sottoscritto un patto di famiglia per stabilire in modo univoco quali fossero i requisiti neces- sari per entrare nella Bonfiglioli. Il lavoro in azienda è bellissimo se ti piace, ma perché ti piaccia devi esser- ne all’altezza sul fronte delle compe- tenze. Altrimenti risulterà sempre un errore aver deciso di fare un percorso non consono. Per l’inserimento in azienda abbiamo definito dei titoli di laurea specifici (ingegneria in primis, giurisprudenza o economia in seconda battuta), co- noscenza dell’inglese, master, espe- rienze all’estero, esperienze lavorative esterne e - ci tengo a sottolinearlo - la predisposizione a fare l’imprenditore (cosa che non sempre va di pari passo con la passione per l’ingegneria): le condizioni sono state stabilite nero su bianco. L’azienda di famiglia non può e non deve essere il rifugio dei figli di papà con le idee poco chiare: si rivelerebbe solo un ripiego umiliante. La scelta deve essere consapevole e convin- ta, frutto di un’autentica passione. Chi dei nostri ragazzi abbia obiettivi diversi avrà tutto il nostro sostegno nel raggiungerli, ma non resterà in azienda. È questa la scelta migliore per tutti”. @carmelaignaccol SCENARI La formazione aziendale consente ai lavoratori di integrarsi in nuovo contesto professionale.

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