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progettare 433 OTTOBRE 2020 23 progettomeditato, in linea con la spin- ta alla digitalizzazione che sentiamo così vicina alla nostra filosofia. Dal momento che ha accennato all’attuale emergenza sanitaria, può raccontarci le ripercussioni sulla sua azienda? “Diciamo che la nostra presenza in Cina, in settori strategici come l’eolico, ci ha portato a vivere in anteprima, l’emergenza. Di fatto, lo stabilimento cinese ha avuto una chiusura prolun- gata di una sola settimana e ci siamo quindi dovuti attrezzare fin da subito sul fronte dei DPI e delle misure di distanziamento sociale. Per fortuna non abbiamo avuto alcun contagio in sede, ma l’esperienza ci ha allertato con un utile anticipo sui tempi italiani. Così, quando poi l’emergenza è scat- tata nel nostro Paese, avevamo già le idee chiare e gli strumenti per gestirla. Un tirocinio amaro, certo, ma che ci ha permesso anche di aiutare i nostri distributori nell’adozione delle misure di sicurezza. In base ai codici Ateco, non ci sono state imposte chiusure; ci siamo piuttosto organizzati con un nuovo lay-out in fabbrica, trasferendo momentaneamente in altra sede le funzioni dirigenziali, così da lasciare più spazi a quelle operative”. Immagino che nonostante il vostro pragmatismo, qualche intoppo nella filiera lo abbiate dovuto affrontare… “Inevitabilmente. Penso per esempio ai tre stabilimenti in India, dove la situazione è decisamente preoccu- pante, ma anche agli States: benché il Kentucky (dove abbiamo la nostra sede) non sia tra gli Stati più tartassati dalla pandemia, alcuni clienti stanno comunque effettuando aperture a sin- ghiozzo, che ovviamente impattano anche su di noi. La situazione è fluida e ritengo che dovremo abituarci a questa instabilità e a questa situazione di incertezza. L’emergenza sta diventando la nor- malità: niente panico, però, occorre cercare la soluzione di volta in volta”. Secondo lei quali scenari si apriranno nel prossimo futuro? “Ritengo che il Covid, nella sua tragi- cità, abbia catalizzato processi già in essere prima della pandemia. Mi riferisco, per esempio, alla diffu- sione sempre più generalizzata del digitale e delle sue applicazioni: una strada che oggi deve necessariamente essere imboccata anche dalle aziende prima più riottose. Sul fronte economico, senza dubbio assisteremo a una contrazione che influirà sulle abitudini di consumo. Non dimentichiamo, però, che anche prima dello scoppio della pandemia la situazione internazionale lasciava intravedere i segnali di un rallenta- mento globale. L’emergenza sanitaria ha sottolineato la volatilità dei mercati e aggravato repentinamente la situazione, mo- strando però una sconcertante am- bivalenza, che l’ha portata ad essere per alcuni settori una vera e propria mannaia, ma per altri un (insperato) fattore di accelerazione. La digitalizzazione come driver di crescita. L’azienda punta alla razionalizzazione dei suoi processi produttivi.

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