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MACCHINE UTEN S ILI DO SS IER p rogett a re 432 SETTEMBRE 2020 53 rimaste chiuse, bloccando sia l’attività produttiva sia quella commerciale. Tutto questo ha decisamente influito sul risultato complessivo del trime- stre che mostra una situazione diffi- cile per chi opera nel manifatturiero”. “L’incertezza generata dalla pandemia e la sua diffusione asincrona nelle diverse aree del mondo - ha aggiun- to il presidente -complica le cose e, indubbiamente, frena gli investimen- ti in sistemi di produzione, ma noi costruttori italiani rileviamo qualche piccolo segnale di ripresa soprattutto legato al mercato interno”. Uno sguardo al 2021 D’altra parte, secondo i dati elaborati da Ucimu sulle rilevazioni dell’auto- revole istituto econometrico Oxford Economics, dopo la frenata dell’anno in corso, nel 2021 gli investimenti in nuove tecnologie di produzione dovrebbero tornare a salire. La do- manda di nuove macchine utensili in Italia è attesa in crescita, del 31,5%, a oltre 3,5 miliardi di euro. Anche l’Europa dovrebbe mostrare vivacità, incrementando del 19,5% il consumo, sfiorando così i 18 miliardi di euro. L’Asia, con la Cina in testa, dovrebbe ritrovare lo slancio perduto, segnan- do una crescita della domanda del 35,3% pari a 34 miliardi, così come l’America i cui investimenti in nuovi sistemi di produzione dovrebbero raggiungere il valore di 11 miliar- di di euro, il 31% in più rispetto al 2020. “Con queste indicazioni - ha commentato Carboniero - l’auspicio è che realmente il peggio sia alle nostre spalle e che i prossimi mesi dell’anno possano essere caratterizzati da una inversione di tendenza che precede il recupero atteso nel 2021. Anche in ragione di ciò Ucimu sta lavorando intensamente all’organizzazione della 32esima Bi-Mu che, in programma dal 14 al 17 ottobre (Fieramilano Rho), sa- rà il primo appuntamento espositivo dell’anno per gli operatori del settore e, considerato il posizionamento tem- porale, potrà beneficiare ancora delle misure di incentivo previste fino a fine anno dal pianoTransizione 4.0”. “D’altra parte, con riferimento al Piano Transizione 4.0, il credito di imposta, scelto come formula di in- centivo in sostituzione di super e iperammortamento, è senza dubbio strumento valido e adeguato, ma rischia di non sortire gli effetti sperati perché il cambiamento non è stato comunicato in modo chiaro e perché l’effetto di questo piano può essere limitato, a causa del clima di generale incertezza. Per questo - ha aggiunto il presidente Carboniero - le misu- re del piano dovrebbero diventare strutturali, tali da coprire un periodo di almeno tre anni, così da permette- re alle imprese di programmare nel tempo gli investimenti, ricreando un clima di fiducia volto a stimolare il miglioramento della competitività del manifatturiero italiano”. “Alle autorità di governo chiediamo di intervenire sui fattori strategici per l’industria italiana: innovazione tecno- logica e internazionalizzazione, risorse umane e costo del lavoro, finanza e patrimonializzazione. Interventi da fare subito, concretamente, per un vero piano di rilancio dell’economia italiana”, ha commentato Carboniero. Nel segno del cambiamento “Di fronte al profondo cambiamento che stiamo vivendo, le aziende hanno bisogno poi di persone preparate e aggiornate secondo i nuovi contenuti del lavoro. Ciò deve avvenire sia all’in- terno delle imprese, sia nelle scuole, favorendo anche il raggiungimento di conoscenze intermedie fra il diploma e la laurea, potenziando gli Istituti Tecnici Superiori. In considerazione poi dell’alto tasso di disoccupazione giovanile pari al 29,3% (gennaio 2020), per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro, dovrebbe essere prevista una sensibile riduzione del cuneo fiscale per almeno cinque anni dal momento dell’assunzione di un giovane”. “Ultimo aspetto da considerare per assicurare competitività al sistema delle imprese italiane ha detto Car- boniero - è quello della solidità finan- ziaria, problema riemerso in tutta la sua gravità in questi mesi. Le aziende sono state chiuse a lungo, senza po- ter produrre, fatturare e incassare. Il provvedimento previsto dalle autorità di governo volto a finanziare le impre- se con una liquidità, garantita dallo stato e fornita dalle banche, risulta un corretto strumento per ovviare a questo problema contingente, a patto che sia reso operativo nell’immediato e sia semplificato il più possibile”. “A questo proposito - ha concluso Car- boniero - credo vadano riconsiderate iniziative ad hoc per incoraggiare la capitalizzazione delle imprese, così che le aziende possano affrontare una possibile futura crisi con spalle più larghe. Una delle conseguenze della crisi globale del 2009 è stata la perdita di molte aziende, anche valide, che sono state acquisite da concorrenti stranieri per una frazione del loro valore: ciò non deve assolutamente più succedere”. Massimo Carboniero, presidente di Ucimu-sistemi per produrre.

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