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p rogett a re 432 SETTEMBRE 2020 4 9 Toscana. L’Emilia-Romagna accentra da sola il 36% delle attività industriali (221 aziende) e oltre il 56% degli ad- detti e più del 63% del fatturato totale del settore. Le province di Bologna, Parma e Modena realizzano in tre la metà degli 8 miliardi di giro d’affari del settore. L’analisi per classe di fat- turato evidenzia la netta prevalenza di aziende di piccola dimensione (quelle sotto i 5 milioni di euro di fatturato costituiscono i due terzi delle impre- se), che pesano però appena l’8,4% sul fatturato complessivo e il 5,4% sull’export. Mentre le realtà indu- striali più strutturate (sono 25 quelle sopra i 50 milioni di euro) realizzano il 58% del fatturato e il 64% delle esportazioni. Le dimensioni aziendali condizionano notevolmente anche la redditività per dipendente: si passa dai 126mila euro di fatturato per addetto delle imprese più piccole a oltre il doppio (281mila euro) nelle aziende sopra i 50 milioni di fatturato, con un dato medio di 241 mila euro. Analoga la distanza dal punto di vista delle competenze: la quota di laureati (e di ingegneri in particolare) è quasi il doppio nelle aziende sopra i 50 milioni di euro di fatturato rispetto alle realtà minori. propensione all’export tra i settori a valle, pari all’84%. A chiudere la gra- duatoria sono i clienti dell’industria cosmetica (312 milioni di euro), il segmento di domanda più dinamico nel 2019 (+10,1%) e della chimica (292 milioni di euro, stabile). Struttura produttiva Le 626 aziende italiane che producono macchinari per il confezionamento e l’imballaggio si concentrano princi- palmente lungo l’asse della via Emilia da Piacenza a Rimini - la cosiddetta Packaging Valley - con Distretti pro- duttivi anche in Piemonte, Veneto e di). L’Unione Europea si conferma la principale area di destinazione delle macchine italiane per il packaging e assorbe il 37,5% (2.383milioni di euro) del fatturato totale (vendite in Italia incluse); seguita dall’Asia, al secondo posto con un valore di 1.402 milioni di euro ed un’incidenza del 22,1%, e dal Nord America al terzo posto, con 814 milioni di euro (12,8%). Rispetto al 2018, si inverte il ruolo strategico dell’Europa extra-UE (637 milioni di euro; 10% del totale) rispetto al Sud America (559 milioni di euro; 8,8%). Seguono Africa (449 milioni di euro; 7,1%) e Oceania con 107 milioni di euro (1,7%). Nella suddivisione del fatturato tra i settori clienti, come nello scorso anno, il 2019 conferma la predomi- nanza dell’industria alimentare (food e beverage), che incide per il 56% sul volume d’affari complessivo. Il food, in particolare, vale da solo il 29,6% del fatturato totale (2.377 milioni di euro), il beverage il 26,4% con 2.120 milioni di euro di ricavi. Il terzo posto per volumi di mercato spetta al set- tore farmaceutico, con 1.475 milioni di euro di fatturato assorbito nel 2019 (18,3% del totale), seguito dalla cate- goria ‘altro’ (principalmente tabacco e tissue) che pesa per un ulteriore 18,2% con 1.461 milioni di euro di macchinari acquistati e la più alta Previsioni per il 2020 “Avevamo previsto per il 2019 un rallentamento della crescita dopo quattro anni positivi e l’exploit del +9,4% registrato nel 2018 - sottolinea il presidente uscente di Ucima, Enrico Aureli -. Sappiamo bene che quest’anno dovremo fronteggiare gli effetti della pandemia Covid-19 che implicherà performance dras- ticamente diverse da quelle cui ci siamo abituati. La maggior parte delle nostre aziende ha sempre lavorato anche durante il lockdown, ma dovremo fare i conti con il rallentamento delle attività produttive e la frenata della domanda mondiale”. Per la prima volta, dopo sette edizioni dell’indagine statistica Ucima, la quota dei costruttori italiani di macchine packaging che prevede un andamento positivo delle attività per i mesi a venire crolla al 20% (nel 2019 gli ottimisti erano la metà del campione) mentre oltre il 40% degli imprenditori stima una contrazione più o meno forte del fatturato.

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