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36 p rogett a re 432 SETTEMBRE 2020 INCHIE S TA PREZZI DELL’ENERGIA ELETTRICA PAGATI DALLE IMPRE S E IN ITALIA E IN EUROPA PER FA S CE DI CON S UMO ANNUO (MWH) NEL 2018 di quello della Germania (+23%), del Regno Unito (+29,8%) e della Francia (+45,8%). Nella classe di consumo 20- 500 MWh, il prezzo italiano scende a 16,8 centesimi di euro/kWh, ma resta comunque il quarto più alto d’Europa. Con consumi compresi tra 500 e 20 mila Mwh il costo scende fino a 12,2 centesimi, ma il divario con l’Europa aumenta. Bisogna arrivare ai consumi delle grandi industrie compresi tra 70 mila e 150 mila MWh per vedere una bolletta italiana più bassa della media europea (-2,8%). Facendo i conti ‘in casa nostra’, secondo Silvia La Fratta, Partner Deloitte Consulting, in Italia nascono iniziative quali modalità di interazione collaborativa tra gli enti locali e il supporto dell’industria, ma sono troppo poche. “Si pensi solo alla Lombardia o alla Liguria dove la Regione ha in carico varie competenze in materia di energia che riguardano la regolamentazione del settore e la promozione dell’utilizzo delle fonti rin- novabili, dell’efficienza e del risparmio energetico e, insegue, così la politica energetica di respiro europeo. Oppure la Puglia dove - continua - la longa mano della regione è parte attiva nel prevedere aiuti e finanziamenti per portare avanti un’infrastruttura che si traduca in una banda ultralarga e dorsale utile a far funzionare nel concreto le innovazioni.Tuttavia - con- clude - manca una estensione a livello territoriale che faccia da cassa di riso- nanza: un ecosistema, che funzioni, è giusto replicarlo sul nostro territorio, specie nelle aree che sono ancora un po’ in affanno”. L’ambiente vuole rispetto Il settore industriale rappresenta all’incirca un quarto del prodotto in- terno lordo europeo. E nonostante i trend di deindustrializzazione, delo- calizzazione e riconversione verso il terziario in atto in Europa, attualmen- te impiega ancora circa 50 milioni di persone su tutto il continente. Una delle sfide esistenziali per l’industria europea è rimanere competitiva su scala globale, in un contesto in cui i maggiori concorrenti internaziona- li godono di vantaggi significativi in materia di vincoli salariali, am- bientali e sociali. Secondo Nicolò Sartori, responsabile di ricerca del Programma Energia, Clima e Risorse dell’IstitutoAffari Internazionali l’idea di un’Industria 4.0 incentrata sul ruolo dell’automazione e dell’integrazione di nuove tecnologie produttive per aumentare la produttività e la qualità degli impianti e creare nuovi modelli di business, va in questa direzione. Tuttavia questo approccio, se non superato, sembrerebbe relegato a un ruolo parziale nel più complesso processo di trasformazione per l’indu- stria europea. Infatti, questa, non de- ve migliorare le proprie performance produttive per rimanere competitiva, ma deve allinearsi agli obiettivi di

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