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p rogett a re 432 SETTEMBRE 2020 33 posto di lavoro. E su questo punto, hanno giocato un ruolo importante realtà come quelle in cui lavora Pavesi la quale ha raccontato di essersi concentrata su “temi che e- rano di particolare criticità e discon- tinuità per le aziende che andavano necessariamente prese per mano. In particolare, ci siamo concentrati sullo smart working con un’offerta formativa di accompagnamento al- le aziende associate. Un secondo asse d’azione ha richiesto il nostro intervento per rispondere all’emer- genza sugli ordini delle aziende. Dopo l’emergenza sanitaria e finan- ziaria, le imprese si sono trovate ad affrontare il presidio degli ordini e la conseguente perdita di quote di mercato derivante dal fatto che i processi di tipo commerciale e gli strumenti che le aziende avevano a diposizione, ante Covid-19, non erano più adeguati. Si è trattato, quindi - spiega Pavesi - di mettere in atto una serie di modelli di approc- cio al cliente che prevedessero, per esempio, le trattative nel rispetto del distanziamento oppure una ri- focalizzazione delle competenze di marketing e commerciali”. Pavesi spiega che il periodo pandemico ha portato la stessa Confindustria a diventare “un laboratorio per co- struire competenze nuove da tra- sferire in presa diretta alle aziende. Il fatto di realizzare una formazione di accompagnamento sempre più laboratoriale in una situazione di emergenza è stato un elemento chia- ve che deve far riflettere sul mettere in campo tutte le risorse che un territorio possiede. Siamo cataliz- zatori, un luogo privilegiato dove le aziende possano confrontarsi per mettere in atto modelli formativi in tempi sempre più veloci”, sottolinea Pavesi. Formare chi già un lavoro ce l’ha Una nota dolente, durante la pan- demia, ha fatto pensare anche agli sviluppi futuri e al ruolo sia dei lavo- ratori già occupati in azienda, sia dei neodiplomati o laureati che si affac- ciano per la prima volta nel mondo del lavoro. Che futuro, per loro, dato che alle loro spalle stanno spingendo gli studenti che ‘fanno gola’ alle azien- de? Pavesi, su questo punto, fa una distinzione a seconda del territorio e della filiera. La Responsabile Edu- cation Confindustria Bergamo cita sia i settori chimico-farmaceutico e biomedicale messi sotto stress, sia le filiere che in questo momento hanno una struttura occupazionale congela- ta. “I diplomati di quest’anno non si troveranno nella stessa situazione in cui si sono trovati i diplomanti dell’an- no precedente. Mi aspetto - spiega Pavesi - che le aziende non saranno così recettive come sono state negli anni passati e quindi è necessario che tutto il nostro ecosistema formativo si attivi per riuscire a creare dei percorsi di formazione che possano accom- pagnare, anche questi diplomati, in questo momento di difficoltà, aiutan- doli a formarsi sulle loro competenze. Specularmente vi sono i lavoratori per i quali la situazione si delineerà nel tempo. In ogni caso - conclude Pavesi - sarà centrale il ruolo delle associazioni nel mettere a punto le figure professionali che saranno ri- chieste anche in un momento di forte stress e quindi ragionare su percorsi di riqualificazione e nel frattempo an- che all’interno delle imprese lavorare attraverso i fondi interprofessionali per riuscire a impostare dei percorsi che siano mirati proprio sulle nuove competenze”. @stefano_belviol

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