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40 progettare 431 GIUGNO / LUGLIO 2020 la collaborazione con FCA a Cento e Ferrari a Maranello, entrambe specializzate nel settore della mec- catronica. È nato tutto molto velo- cemente: il segreto per fare 1.500 respiratori in poco più di due mesi è stato, come dicevo, il lavoro fatto a più mani”. Quand’è partita questa impresa? “Lunedì 9 marzo consegnammo le prime 320 macchine: erano pronte per essere spedite ai clienti stra- nieri, ma decidemmo di distribuirle in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. Nel corso dei mesi ab- biamo lavorato sei giorni su sette, dal lunedì al sabato, con turni fino a 10 o 11 ore”. Cosa vi ha lasciato questa esperien- za a livello umano? “Lo sforzo fisico è stato vissuto con una carica emotiva molto forte.Tutti noi sapevamo dove andavano a fi- nire queste apparecchiature: prima arrivavamo, più vite umane avrem- mo salvato. Questa partecipazione ha suscitato nel gruppo un senso del dovere e di appartenenza alla nazione straordinario. Eravamo già una grande famiglia: questa im- presa ci ha uniti ulteriormente. Ci siamo dimenticati che stavamo la- vorando dentro una fabbrica: sem- brava di essere dentro una grande casa, all’interno della quale l’unica missione era quella di aiutarsi re- ciprocamente. Altro aspetto parti- colare è stato aver portato dentro a un’azienda privata un apparato dello Stato, condizione vista solo in tempi della guerra: i nostri ragazzi e i militari sono diventati un corpo unico. Non a caso tutta Siare ha messo sul petto la spilletta della Difesa come se fossimo soldati, scesi in campo per combattere la stessa battaglia a favore della vita umana”. Siare nacque nel 1974: avreste mai immaginato di essere chiamati a salvare l’Italia? “Assolutamente no. Mio padre fon- dò la Siare con lo spirito della passione senza guardare all’aspetto economico. Nato a Milano, dopo essere stato assunto in una mul- tinazionale come tecnico addetto all’assistenza per i ventilatori pol- monari, nel 1969 si trasferì a Bolo- gna per dirigere la filiale emiliana. Fu allora che decise di rinunciare a uno stipendio d’oro e a una carriera sicura: con la liquidazione, in un ga- rage, aprì la Siare per dedicarsi alla nicchia di mercato della ventilazio- ne polmonare. Solo due anni prima Steve Jobs fondò, in una rimessa per auto, la Apple Computer”. Quanti sono i vostri concorrenti? “Sette, tutte multinazionali, di cui cinque attive in Europa e due negli Stati Uniti. Prima del coronavirus facevamo il 10% del fatturato nel mercato italiano, il resto in giro per il mondo. Non avremmo mai pensato di diventare un soggetto importante, forse fondamentale, in una situazione così gravosa per il Paese”. Qual è il messaggio ricevuto che le ha fatto più piacere? “Tramite LinkedIn e Facebook ci sono arrivati tantissimi messaggi molto dei quali li ho letti emozio- nandomi. Il ventilatore polmonare, da oggetto sconosciuto, è diventato noto a tantissime persone. La gente SCENARI Personale di Siare e della Difesa mentre lavorano in team per realizzare i respi- ratori polmonari.

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