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38 progettare 430 MAGGIO 2020 Sì, ma come? L’industria italiana per mettere in moto la crescita dovrà rivedere la propria organizzazione. La ricostruzione parte da zero, ma i fondamentali ci sono. Ne parliamo con Fausto Villa, presidente Federtec GABRIELE PELOSO Fausto Villa è presidente Federtec, la federazione dell’industria Italiana della componentistica e delle tecno- logie meccatroniche per la potenza fluida, la trasmissione di potenza, il controllo e l’automazione intel- ligente dei prodotti e dei processi industriali. Con lui abbiamo parlato dell’attuale situazione delle imprese, nel tempo dell’emergenza sanitaria in atto (l’intervista è stata raccolta lo scorso aprile ndr). Ma non è tutto. Quale sarà la ricetta per ripartire? Da dove cominciare? Con quale or- ganizzazione e strategia? Presidente, qual è l’attuale situazione economica e produttiva delle imprese del comparto Federtec? “È difficile fare una stima precisa, SCENARI il decreto governativo che ha auto- rizzato alla produzione solamente le aziende con specifici codici Ateco è statomolto stringente. Pertanto sono operative le imprese che lavorano per i settori ritenuti strategici e altre che sono riuscite a convertire la pro- duzione sui prodotti di emergenza sanitaria; con il decreto del 22 marzo e confermato l’1 aprile ha spostato il termine del blocco al 13 aprile; ritengo che siamo vicini al 90% delle aziende del nostro settore che hanno chiuso le attività produttive”. Cosa servirebbe adesso a un’impresa manifatturiera per essere pronta alla ripresa delle attività? “La principale preoccupazione delle imprese è quella di poter reperire i dispositivi di protezione da fornire al proprio personale per garantire quella sicurezza necessaria per o- perare sul luogo di lavoro. Molte aziende, tra le quali anche nostre associate, pur essendo disponibili a fare la propria parte di ‘investimenti’, non sono state in grado di reperire per i propri dipendenti le adeguate protezioni, previste dal protocollo di intesa sottoscritto dalle associazioni datoriali e dai sindacati, e per tale motivo hanno dovuto chiudere. È scontato che siano gli operatori sanitari i primi a essere dotati degli strumenti a loro sicurezza, dato che sono in prima linea in questa ‘guerra’, ma il Governo deve essere in grado di garantire anche alle aziende di poter operare”. Tornare a crescere

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