PR_430

progettare 430 MAGGIO 2020 37 competenze anche secondo Millo di Bonfiglioli, azienda che figura tra i membri di BI-Rex. “Tra i nostri diver- si progetti di ricerca - spiega Millo -, quello più rilevante è il progetto finan- ziato a livello europeo IoTwins, che coinvolge 23 partner da 8 diversi Paesi e coordinato da Bonfiglioli. IoTwins mira al costruireunapiattaformadi big data per creare digital twin di alcune applicazioni, su cui sviluppare manu- tenzione predittiva, ottimizzazione di processo e facility management, che noi sfrutteremo in particolare per la predittiva dei nostri prodotti installati nelle pale eoliche”. Sulla formazione interna delle competenze, Bonfiglioli ha quindi adottato due linee di inter- vento: un progetto di digital retraining ha consentito di coinvolgere i 700 blue collar che lavorano nel nuovo plant 4.0 nato dall’unione dei due siti produttivi di Modena e Bologna. Il grande lavoro di conversione, partito con un pilota e ora in roll-out su tutta la forza lavoro, ha fatto sì che gli operatori non si sen- tissero messi da parte e spaventati dal nuovo, ma anzi coinvolti e forniti delle necessarie competenze per lavorare con le nuove tecnologie. “Sui white collar, invece, la formazione è stata all’80%su contenuti hard vecchio stile, e al 20% digitali - spiega quindi Millo -, con un approccio trasversale per cui gli ingegneri sono stati formati su tematiche di economics, e i laureati in economia sulle tematiche produttive affinché possano capirsi tra loro”. Human Technology 5.0 Quello che infine oggi più di tutto serve è un cambiamento mentale, allenare le persone a essere rigorose, flessibili e capaci di adattarsi a con- testi che mutano molto velocemente. “In molti aspetti il movimento del 4.0 che viviamo oggi mi riporta alla men- te l’ondata del six sigma degli anni 90 - rifletteArcidiacono -. Ancora oggi si parla di six sigma, di world class manufacturing e lean production, che sono di fatto allenamenti mentali pri- ma ancora che tecnicismi. E parlare di Industria 4.0 adesso è riduttivo, poiché anche il 4.0 è già un modello superato, laddove in Giappone già si parla di Society 5.0”. Il nuovo modello è loHuman technology oriented, spie- ga Arcidiacono, un modello che pone la persona al centro. Le competenze human diventa pertanto fondamenta- li anche per i nuovi manager, che re- stano incompleti se non sono in grado di unirle alle competenze tradizionali. Si aggiunga che le aziende oggi non possono più essere viste come sin- gole unità, ma devono uscire dalla comfort zone e fare uno sforzo verso la contaminazione e la collaborazione con altre eccellenze, implicando un te- ma di change management. “Ci sono tante tecniche oggi, anche nuove, sul change management, come laTheory U, volte ad abituare le persone a la- sciare la propria comfort zone senza che quasi se ne accorgano - conclu- de Arcidiacono -. Le nuove frontiere prevedono l’integrazione perfetta tra le competenze tecniche classiche - e sul six sigma oggi ci sono realtà che hanno raggiunto una tale maturità e consapevolezza che le porta ad appli- carlo alla perfezione - con altre com- petenze nella eccellenza dei compor- tamenti e nella digital excellence, che può venire dalle tecnologie abilitanti”. Serve insomma una combinazione di human excellence e digital excellen- ce accanto alla process excellence. Perché la trasformazione digitale da sola, senza preoccuparsi se a monte i processi siano già stati ottimizzati e che le persone siano in grado di accettare questo cambiamento, pro- duce solo un buco nell’acqua. @marcocyn

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