PR_430

progettare 430 MAGGIO 2020 35 superando lo stigma che spesso li fa vedere come una scelta di serie B”. Eco-sistema di eccellenze Formazione di neo laureati e tecnici, formazioneper operatori e formazione manageriale. Università e imprese devono lavorare insieme su tutti e tre i livelli, e qui un ruolo decisivo lo svolgono i Competence Center, veri aggregatori di eccellenze nati mirati alla creazione di percorsi formativi diversificati. BI-Rex è il Competen- competenze tecniche di base sem- pre più specifiche, con contenuti dei corsi a difficoltà sempre maggiore. In secondo luogo, devono avere l’a- bilità di trasformare le conoscenze in elementi pratici, per integrarsi fin da subito in azienda. Infine, un terzo aspetto riguarda capacità caratteriali e di creative thinking, con l’esigenza di motivarli ad allenare la capacità di essere creativi”. Nuove competenze sono richieste anche ai manager del futuro, che devono essere interdisci- plinari, empatici per sapersi calare nei panni del dipendente e del cliente, e soprattutto avere la capacità di abitare ambienti diversi, oltre a una grande voglia di studiare, conoscendo pro- dotti e processi produttivi. Servono insomma grandi visionari capaci di guardare oltre, dei filosofi laureati in economia, spiega Arcidiacono. Per favorire queste crescite le università dovrebbero introdurre nuove specia- lizzazioni nel corpo docente, ma so- prattutto sviluppare progetti comuni lavorando da vicino con le aziende. “È altresì necessario investire sulla for- mazione pre-universitaria - aggiunge quindi Cattorini -, creandounpercorso che arrivi ben prima della laurea, per- ché la micro impresa probabilmente ha un’esigenza specifica che non può aspettare il laureato in ingegneria. Chi muove le PMI, infatti, non sono i super ingegneri, ma gente tecnica prepara- ta in grado di recepire velocemente le nuove tecnologie, in quanto ad esempio un progetto IoT deve partire in tre mesi, non in due anni. Anche sugli istituti tecnici serve pertanto una massiccia azione di aggiornamento, Gabriele Arcidiacono , direttore del dipartimento di ingegneria dell’innovazione e dell’informazione dell’ Università Guglielmo Marconi : “Il concetto di Industry 4.0 è qualcosa di già superato, il nuovo modello è lo Human technology oriented che mette le competenze human e la persona al centro”. I PRO TA GO NISTI Stefano Cattorini , general director del Competence Center BI-Rex : “I Francesco Millo , head of CEO’s office Bonfiglioli : “Il progetto di digital re-training che abbiamo messo in campo in occasione della creazione del nuovo plant Industry 4.0 di Bonfiglioli è stata una scommessa vinta, soprattutto dal punto di vista del coinvolgimento delle persone”. Consapevolezza normativa Ci sono ambiti dove il know-how e le eccellenze digitali e di Smart Factory delle imprese italiane dovrebbero fare la differenza, mentre sono scandalosamente assenti. Si tratta dei tavoli normativi dove a livello europeo si decidono gli standard che da qui a pochi anni detteranno legge anche sulle pratiche di automazione e smart manufacturing delle nostre realtà. Anche in Italia esiste un Comitato tecnico nazionale deputato a raccogliere le istanze e richieste delle imprese. Da anni però l’UNI/CT 523 automazione industriale non si riunisce, e mentre in Germania il Vdma interpella ogni volta qualcosa come 2.400 imprese per fare sistema su temi regolatori, in Italia sembra che le attività di normazione internazionali non interessino nessuno. La situazione è paradossale se non pericolosa. L’invito è allora aperto e rivolto a tutte le imprese italiane che possono contattare l’UNI per partecipare e far sentire la propria voce, nelle attività dell’UNI CT/523 così come nella UNI CT/519 per le tecnologie abilitanti Industria 4.0.

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