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progettare 429 APRILE 2020 25 dustria italiana l’intelligenza artificiale non è un tema secondario. Tutt’altro. L’80% delle aziende la considera alla stessa stregua (se non ancora più importante) di altre priorità digitali. Il vero problema risiede nel passag- gio dalla fase progettuale a quella attuativa: solo il 15% delle imprese, infatti, ammette di poter fruire di im- plementazioni che abbiano superato la fase di test pilota (la media europea è del 32%). Questo pone ancora il Bel Paese penultimo in Europa, in termini di adozione di tecnologie improntate all’Intelligenza artificiale. Questione di potenzialità Interessanti le stime relative al pieno potenziale aziendale detenuto dalle imprese italiane (ovvero il più elevato tasso di crescita raggiungibile entro il 2030). Si è infatti calcolato che esso tenderà a variare in base ai settori di pertinenza, passando dall’1,7% delle costruzioni, al 5,4%dell’ambito telco e hi-tech. Naturalmente non tutti i settori aderiranno in egual misura a questa rivoluzione tecnologica: se infatti circa il 64% delle aziende high/telco sarà disposto ad adottare implementazioni di AI, in altri comparti (costruzioni, automotive e beni di consumo) la percentuale si fermerà al 30%. Inoltre lo studio evidenzia come le mondo dell’informatica, l’Intelligenza Artificiale avrebbe rischiato di rimane- re all’interno del laboratori di ricerca.” Invece ne è venuta fuori. Con im- portanti risvolti pratici e tangibili nella quotidianità diffusa. Come per esempio quelli in ambito aziendale, responsabili dei radicali mutamenti che le nuove tecnologie hanno inne- scato nei vari ambiti. Da qui l’esigenza di porsi alcuni interrogativi. Quanto impatta oggi l’AI sul mondo dell’indu- stria? Quali le prospettive di crescita? Quali i requisiti irrinunciabili perché si possa procedere all’implementazione di nuove tecnologie intelligenti? Quali i fattori abilitanti in grado di cataliz- zare questo processo di innovazione? Su questo può essere istruttivo uno studio effettuato da Amcham, la Ca- mera di commercio degli Stati Uniti in Italia, che si è posto l’obiettivo di fornire una stima del potenziale im- patto dell’AI sull’economia italiana, prendendo in considerazione dieci settori: telco e high tech, servizi finan- ziari, automotive, beni di consumo, utility, trasporto e logistica, vendita al dettaglio, viaggi e turismo, servizi professionali e costruzioni. Nonostante il nostro Paese, ancora nel 2017, avesse al suo attivo uno sviluppo digitale decisamente circoscritto e in gradodi incidere sul PIL nazionale solo per l’1,2%, a fronte dell’1,7% a livello europeo e del 3,3%degli USA, per l’in-

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