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42 progettare 428 MARZO 2020 Lemete preferite dell’export italiano rimangono Stati Uniti e Germania. Gli accordi UE con Canada e Corea del Sud fanno entrare i due Paesi nelle prime quindici destinazioni per l’export dellameccanica italiana. In calo il MedioOriente, segnali promettenti dal NordAfrica LUCA ROSSI L’export delle aziende italiane della meccanica varia continua a crescere, seppure con qualche rallentamento. Secondo le stime elaboratedall’Ufficio studi Anima, nel 2019 si è raggiunta la quota dei 28,7 miliardi di euro (pari al +1,1% rispetto al 2018). Rimane inva- riata la quota export a +58,3% a fronte di unaumentogeneraledi fatturatodel comparto. Gli Stati Uniti continuano a essere la meta principale dei prodotti dell’industria meccanica italiana, con un aumento delle esportazioni nel primo semestre 2019 (1,6 miliardi di euro) del +16,6%, nonostante la pre- occupazione dei dazi e le incertezze politiche sembrassero sfavorire una crescita dell’export verso gli USA. Va evidenziato che nel 2018 il rapporto è stato negativo, con un calo delle ECONOMIA L’ export dellameccanica cresce anche nel 2019 esportazioni italiane del -9,8% rispetto all’anno precedente: il rapporto con la prima economia del mondo è tornato ai livelli del 2017. I mercati di sbocco I primi Paesi export del mercato euro- peo mostrano andamenti positivi: al primo posto si conferma la Germania, la cui domanda di tecnologie italiane è in forte crescita (+6,6% rispetto al primo semestre 2018) per un totale di oltre 1,5 miliardi di euro. Piuttosto sta- bile l’import dalla Francia, poco sopra 1,3 miliardi di euro (+0,9%). La quinta posizione tra le destinazioni dell’ex- port rimane occupata dalla Spagna, che aumenta il suo interesse verso il nostro Paese del +6,8% rispetto al primo semestre 2018. Da sottolineare la performance dei Paesi Bassi, che ha aumentato la cifra dell’esportazione italiana di un +9,3% (403 milioni di euro).Tra i Paesi extra-UE molto bene la Russia che, dopo un calo nel primo semestre del 2018, sfiora i 400 milioni di importazioni dall’Italia (+17,1%). L’area del Medio Oriente registra, in generale, una frenata, dovuta pre- valentemente alla componentistica legata all’industria petrolifera: pro- babilmente l’introduzione dello ‘In CountryValue’ (un’evoluzione del local content) in EAU e Arabia Saudita sta dando i primi effetti, spostando una parte della produzione all’interno dei paesi stessi e diminuendo le impor- tazioni dall’estero. Questa flessione è confermata infatti verso l’Arabia Sau- dita, con un calo del -7,8%, mentre le
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