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34 progettare 428 MARZO 2020 INCHIESTA triennale non è andato a buon fine. Ma sia a livello Mise (Ministero sviluppo economico) sia a livello di interlocuzione con il MEF (Ministe- ro economia e finanze) vi è fin da subito la necessità e l’importanza di arrivare a un piano triennale di Industria 4.0. Appena si aprirà una finestra affronteremo questo no- do”. Il sottosegretario ribadisce che l’idea che sta dietro il nuovo piano è quella di un pacchetto forte e fi- nanziariamente più semplice tanto da intercettare e ampliare la platea dei beneficiari del 40% e, su que- sto punto, chiama in causa anche i Competence Center e i Digital In- novation Hub. “Dovendo creare una domanda su macchinari sempre più sofisticati rilanceremo, con l’aiuto di Confindustria, il dialogo con i Digital Innovation Hub”. Anche Calabrò ha sottolineato l’importanza, oltre che dei Digital Innovation Hub, anche dei Competence Center, come soggetti che abilitino la trasformazione ma sui quali di lavoro da fare ce n’è ancora parecchio. Manifattura cuore del Paese Andrea Bianchi, direttore delle po- litiche industriali di Confindustria mette al centro tre punti fermi per chi si occupa di politiche industriali e deve avere una profonda cono- scenza del settore delle macchine industriali. “Le macchine sono il cuore tecnologico del Paese, contri- buiscono in modo determinante al saldo della bilancia commerciale ed è sempre stato il settore di evoluzio- ne delle innovazioni tecnologiche verso le PMI. Oggi - prosegue - ci sono trasformazioni e due driver nella manifattura: la digitalizzazione delle applicazioni e la sostenibilità ambientale. Sono due elementi che stanno cambiando il modo con cui si produce”. Lavorando a stretto contatto con il governo fin dal 2015, Confindustria ribadisce che l’Italia doveva perseguire un modello In- dustria 4.0 come del resto aveva già fatto la Germania nel 2011 con un modello simile. “Era necessario che l’Italia si agganciasse al treno che i tedeschi avevano avviato”, spiega Bianchi. Da Confindustria un applauso all’ampliamento della platea dei soggetti agevolabili con una compensabilità del credito di imposta sui beni ex super e iper ammortamento nel modello F24. Bianchi mette l’accento sul concetto di Fabbrica 4.0. “L’impresa acquista una macchina 4.0 con l’agevolazio- ne ma sa già che dovrà inserirla in un contesto produttivo che prevede una riorganizzazione aziendale che prevede una formazione precisa sul personale e un’attenzione green all’ambiente... Diciamo che, in que- sto caso, l’impresa che si adopera per un progetto di trasformazione generale generato dall’acquisto di un macchinario 4.0 beneficia di un ulteriore premio, un altro credi- to di imposta relativo alle attività connesse alla trasformazione 4.0”, sostiene il dirigente di Confindu- stria. Anche Stefano Firpo, respon- sabile solution imprese di Intesa Sanpaolo, è stato forte sostenitore del Piano Industria 4.0, ai tempi in cui Calenda era ministro, ma lo è ancora. “È un piano importante e lo è anche il fatto che si prosegua su questa strada. L’Italia ha accumulato un gap profondo sugli investimenti durante il periodo della crisi, spe- cie se pensiamo al rapporto con la Francia e la Germania. C’è stato un recupero dopo il 2015, si è ricomin- ciato a parlare di politiche industriali recuperando terreno, ma non si è ancora lavorato abbastanza sulla qualità degli investimenti. È anche su questo punto che il piano 4.0 sta lavorando. Abbiamo anche un problema di produttività nel nostro Paese ma il settore della meccanica strumentale è cresciuto, fino a ora, parallelamente a quanto è accaduto in Germania. Ed è grazie a settori come questo - continua Firpo - che, nonostante il debito pubblico italia- no, si riesce a stare a galla. Quindi non ci si dimentichi di continuare a fare politica industriale”. @Stefano_Belviol

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