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progettare 427 GENNAIO / FEBBRAIO 2020 45 necessario per un cantiere affronta- re spese per nuove attrezzature e la barriera economica di investimento iniziale viene abbattuta. Venuti a conoscenza di questo pro- dotto i ragazzi del team Mètis han- no visto la possibilità di importare questa innovazione nel loro cantiere per realizzare Athena. Fin da subito è nata una proficua collaborazione tra azienda e università: Arkema, oltre ai consigli necessari per sfrut- tare al meglio la resina, si è resa disponibile a fornire il materiale necessario per la sperimentazione e la realizzazione, mentre gli studenti si sono offerti di inviare i feedback riale proveniente da fonti naturali o essere completamente riciclabile. Le imbarcazioni partecipanti sono skiff da 4,60 metri di lunghezza e 2,10 m di larghezza, per un peso totale (equipaggio compreso) di 220 kg. La superficie velica è pari a 33 m 2 . Per rispettare le imposizioni sulla percentuale naturale dei materiali la scelta più comune adottata negli ultimi anni è un composito con resina epossidica, fibra di lino e legno di balsa come anima. Materiali fuori dall’ordinario La squadra studentesca, che ha già portato in acqua quattro imbarca- zioni di questo tipo realizzate fra il 2008 e il 2016, ha cominciato nel 2018 la progettazione di Athena con l’idea di usare materiali fuori dall’ordinario che potranno essere separati e riciclati una volta che la barca arriverà alla fine del suo ciclo di vita. Lo scopo è quello di dimi- nuire l’impatto ambientale unendo materiali di origine vegetale con resina e anima riciclabili. Nel 2016 Arkema, azienda chimica francese, mette in mostra per la prima volta al JEC di Parigi un Mini 6.50 interamente riciclabile realizza- to mediante infusione sottovuoto con fibre di carbonio e una partico- lare resina, la Elium. Creata a partire dal polimetilmetacrilato, appartiene alla famiglia dei polimeri termo- plastici: ciò significa che quando sottoposta ad alte temperature può passare dallo stato solido a quello liquido e quindi è riutilizzabile per una nuova infusione. Al contrario le resine epossidiche, le più comu- nemente utilizzate, non liquefano, ma degradano, diventando inuti- lizzabili. Un altro vantaggio risiede nella possibilità di utilizzare questo prodotto nella tecnica di infusione sottovuoto già diffusa per le resine tradizionali. In questo modo non è INDUSTRIA NAUTICA SPECIALE Infusione della coperta e dello scafo. Strutture interne dello scafo.
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