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progettare 417 OTTOBRE 2018 33 dati disponibili e sulle sensazioni che il mercato sta trasmettendo qualche ipotesi la possiamo fare. Innanzitutto, stiamo vivendo un periodo splendido per il settore che negli ultimi tre anni ha fatto registrare ogni volta un nuo- vo risultato complessivo da record. In questoquadroassolutamentepositivo, tuttavia, non manca qualche preoccu- pazione anche se, è bene dirlo subito, è dovuta più a cause esterne che alle reali dinamiche di business del settore. Leggendo i giornali o ascoltando radio e televisioni, non mancano mai di of- frire spunti perché, a chi investe sulla competitività della propria azienda, sulle sue capacità e su quelle dei suoi collaboratori, non manchi quotidiana- mente un motivo di preoccupazione - penso ad esempio ai dazi USA o a quello che sta succedendo in Turchia - …chi opera nel mercato globale, sa bene che uno starnuto dall’altra parte del mondo, può causare una tempesta dove meno te l’aspetti. Ma ciò nono- stante siamo positivi. Le proiezioni del primo semestre ci dicevano che avremmo dovuto chiudere l’anno con un +5, +6%rispetto al 2017; i primi mesi dell’anno hanno confermato queste ipotesi e, in qualche caso, hanno detto che siamo andati anchemeglio del pre- visto. In giro si vede qualche nuvolone ma sul settore splende ancora alto il sole, quindi, credo proprio che per il 2018 riusciremo a confermare le stime del primo semestre (+5,8%)”. E lo scorso anno come si è chiuso per il comparto in Italia e rispetto ai principali Paesi competitor? “Come ho anticipato poco fa il 2017 è stato un (altro) anno da record. La pro- duzione del comparto è cresciuta del 11.3%rispettoal 2016 eha superatoper la prima volta in assoluto i 7miliardi di euro (7.336 milioni di euro). Anche gli altri competitor hanno saputo sfruttare il buon momento a livello internazio- nale e, in particolare i tedeschi, han- no saputo trarne beneficio in misura simile alla nostra. Anzi, a dar retta ai confronti internazionali predisposti da Vdma, dovrebbero addirittura aver fatto meglio… Tuttavia, è sostanzial- mente impossibileoffrireun confronto affidabile - basta confrontare i numeri per capire quanto macroscopicamen- te non tornino i conti. Purtroppo, o- gni nazione utilizza criteri e variabili differenti per quantificare il fatturato (la produzione nel caso dei tedeschi) imputabile al settore e questo rende impossibile un confronto ‘oggettivo’ a livello internazionale. A livello di Euro- trans, il Comitato Europeo di settore, stiamo provando da anni a ‘misurare’ le performance dell’industria europea nel complesso e a dedurne, di conse- guenza, le performance relative delle industrienazionali che la compongono ma, in tutta sincerità, con risultati an- cora troppo poco apprezzabili”. Gli incentivi fiscali del Governo in tema di tecnologie abilitanti che contributo hannodatoaquesti numeri? Leaziende, e il mercato, sonopronti per il momento nel quale questi interventi finiranno? “Una politica industriale attenta alle esigenze delle aziende italiane come quella messa in atto dal precedente Governo è sempre uno strumento utile e, pertanto, decisamente auspi- cabile. Tuttavia, imputare le perfor- mance del settore agli incentivi fiscali sarebbe perlomeno riduttivo se non addirittura falso. Mi spiego meglio: abbiamo già detto che il settore nel 2017 è cresciuto di ben 11,3 punti percentuali rispetto al 2016 ma, se i meriti fossero imputabili esclusiva- mente agli incentivi fiscali, questo risultato deriverebbe più dalle perfor- mance sul mercato domestico (dove gli incentivi hanno effetto) che dalle esportazioni (dove gli incentivi non influiscono) ma, invece, non è così: nel 2017 infatti, le vendite sui mercati esteri sono cresciute del 11,8% men- tre le consegne sul mercato interno si sono fermate a (un comunque buo- nissimo) +10,6%, il che dimostra co- me la crescita sia ‘reale’ e imputabile alla qualità e alla competitività dell’in- dustria italiana del settore a livello mondiale. In questo modo, credo di aver risposto anche alla sua seconda domanda: le aziende del settore sono assolutamente pronte ad affrontare i mercati anche senza gli incentivi ma ciò non significa che non siano stati e che non possano essere ancora uno strumento prezioso per sostenere lo sviluppo tecnologico dell’industria Italiana che, ne siamo certi, ha an- cora bisogno di ammodernarsi e di adottare tutte le misure necessarie per non perdere la sfida e le grandi opportunità che il nuovo business model dell’impresa 4.0 porta con sé”. @lurossi_71

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