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46 progettare 416 SETTEMBRE 2018 all’acquisto da semplice ragioni di incentivo fiscale. Riguardo alla pro- pensione agli investimenti, più della metà (51%) delle imprese intervistate dichiara di avere intenzione di fare acquisti in futuro. Non ha utilizzato i provvedimenti (53,5%) Rispetto al campione intervistato, più della metà delle imprese metalmec- caniche italiane (53,5%) pare non es- sere stata coinvolta dall’opportunità di rinnovamento del parco macchine e trasformazione degli stabilimenti in chiave digitale. Con riferimento ai singoli segmenti, ad essere escluse da questo processo sono anzitutto le micro imprese (con fatturato fino a 2 milioni di euro) e, in generale, le aziende del Sud e Isole. La quota di imprese del Sud e Isole che ha utilizzato gli incentivi è pari a circa il 40%, ben al di sotto della media to- tale risultata pari a 46,5%. Le ragioni sottese ai mancati investimenti sono per lo più riconducibili alla non ne- cessità di acquisire nuovi macchinari e all’assenza di una programmazione di nuovi investimenti. Riguardo alla propensione futura, il 38% di quanti non hanno investito in passato non ha intenzione di investire in futuro. Dall’indagine emergono sostanzial- mente due indicazioni. La prima è che esiste una sacca decisamente ampia, che possiamo quantificare nella metà della popolazione di aziende, che non è stata lambita dalla ‘quarta rivoluzio- ne industriale’, intendendo con ciò le imprese che, nel 2017, non hanno fatto alcun tipo di investimento in nuove tecnologie di produzione, siano esse acquistate/ordinate in regime di super o di iperammortamento. La seconda considerazione, è che le imprese che hanno fatto (o faranno) investimenti in questo biennio hanno preferito ac- quisire macchine dotate di tecnologie digitali. Buona parte delle imprese che ha fatto investimenti in nuove tecnologie prevede di fare nuovi in- vestimenti anche in futuro. Di contro, la ricerca ci dice che buona parte di chi non ha investito in passato non intende farlo in futuro. È evidente che la combinazione di questi due approcci di segno oppo- sto produrrà effetti potenzialmente molto pericolosi spingendo verso una ancora maggiore polarizzazione del sistema manifatturiero diviso tra imprese innovative, che miglioreran- no ulteriormente le proprie perfor- mance e imprese lumaca che, ferme al palo, arrancheranno ancora di più. In sostanza, il rischio è quello di un allargamento del digital divide all’in- terno del manifatturiero del paese: pochi campioni (indipendentemente dalla dimensione) sempre più forti e molte aziende, ferme sulle posizioni del passato, destinate a uscire dal mercato, con conseguente perdita di occupazione. “Le organizzazioni come Ucimu-sistemi per produrre - ha affermato il presidente Massi- mo Carboniero - devono continuare a lavorare per informare e formare le imprese, perché la disponibilità dell’imprenditore ad investire in nuo- ve tecnologie e, di conseguenza, in formazione del personale, dipende anzitutto dalla consapevolezza dell’e- sigenza di innovare: purtroppo molto spesso, le imprese non sanno di do- ver innovare”. “D’altra parte, alle autorità del nuovo governo - ha continuato Carboniero - chiediamo di considerare proprio questi dati che propongono una situa- zione dell’Italia manifatturiera ancora divisa a metà, affinché considerino di prolungare l’effettività delle misure di super e iper ammortamento, eventual- mente rivedendo i coefficienti, perché c’è ancora molto da fare”. E ha con- cluso: “Infine, in tema di formazione, dobbiamo favorire l’aggiornamento del personale impiegato attualmente nelle imprese italiane. Senza l’aggior- namento necessario, le maestranze non saranno più adeguate alle esi- genze delle imprese del futuro. Noi dobbiamo salvaguardare il livello di produzione e dei servizi offerti dalle imprese e l’occupazione di chi sta negli stabilimenti produttivi”. Il 90% degli intervistati ha dichiarato di conoscere i provvedimenti per il rinnovo del parco macchine e la fabbrica digitale. EVENTI
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