progettare 373
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LUGLIO
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AGOSTO
2013
5
R&D non è un costo,
ma un investimento
Alla fine del giugno scorso a Roma si sono aperte le celebrazioni per il novantennale
del CNR. Sono dunque passati 90 anni dalla istituzione del Centro Nazionale delle
Ricerche che oggi rappresenta il più grande ente di ricerca italiano. Qui, infatti, vi
lavorano oltre ottomila persone con strutture e laboratori dislocati sull’intero territorio
nazionale e in alcune zone chiave del mondo: dall’Artico all’Antartico, dall’Everest
all’Iraq. Nel suo discorso di apertura del calendario delle celebrazioni, il presidente del
CNR Luigi Nicolais ha esordito evidenziando come “il CNR ha sostenuto e favorito
l’ammodernamento, la creatività, la crescita sociale e culturale, la competitività
produttiva del nostro Paese, insieme
al dialogo con imprese, istituzioni e
comunità scientifiche”.
La ricerca in Italia non è solo un
fattore di contaminazione culturale e
un aggregatore sociale. La capacità
di leadership di un Paese si calcola
soprattutto sulla sua propensione
a premiare la conoscenza, avviare e
portareacompimentoprogetti innovativi
in ogni campo di interesse istituzionale,
sociale,economicoetecnologico.L’Italia
ha bisogno di recuperare al più presto
questa sua peculiarità che ne ha fatto
uno dei Paesi a forte tasso di innovazione e di creatività. Troppe volte gli annunci a
favore della ricerca sono rimasti tali e alle leggi non hanno fatto seguito i regolamenti
attuativi. Oggi occorrono politiche e interventi che ricreino un contesto favorevole
agli investimenti, alla specializzazione produttiva e all’innovazione. Gli strumenti di
sostegno alla ricerca, quali il credito di imposta e il finanziamento diretto ai grandi
progettistrategici,devonodiventarecredibilinellemodalitàeneitempidiapplicazione.
Parliamoci chiaro: una programmazione politica industriale slegata da quella per
la R&D è un paradosso tutto italiano. Come paradossale è considerare le risorse
dedicate alla R&D un costo e non un investimento.
EDITORIALE
LUCA ROSSI
