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fluidotecnica 422 MAGGIO 2019 39 L’idraulica è la scienza che studia l’utilizzo dei liquidi, in particolare dell’acqua: la meccanica dei fluidi è la sua base teorica. I primi impieghi della forza dell’acqua risalgono alla Mesopotamia e all’Egitto, dove è stata usata sin dal VI millennio a.C. La sua applicazione industriale, in particolare l’oleodinamica, sfrutta la trasmissione dell’energia tra- mite fluidi in pressione. Il settore oleodinamico, benché oscuro alla maggior parte delle persone, è in forte espansione a livello mondiale grazie alla capacità di gestire poten- ze notevoli tramite componentistica di dimensioni e pesi ridotti: l’Italia è tra i primi cinque produttori mon- diali di componenti oleodinamici. Ma cosa può fare di straordinario ed estremo questa tecnologia? Secon- do Bosch Rexroth, il più importante sviluppatore e produttore di com- ponenti idrauliche ed oleodinami- che, può superare costantemente i limiti del tecnicamente fattibile, come dimostrano alcune applica- zioni da record. Vediamone alcune. L’acqua del Canale di Panama Il Canale di Panama è il più breve itinerario per le navi in rotta fra la costa occidentale e quella orien- tale del Nord America. Questa via d’acqua, che collega il porto di Christóbal, sull’Atlantico, con quel- lo di Balboa, sul Pacifico, misura 81,6 chilometri di lunghezza e viene percorsa in un tempo medio fra le dieci e le undici ore. Le paratoie azionate da cilindri idraulici Rexroth gestiscono i livelli dell’acqua nelle chiuse del Canale di Panama, o- ra ampliato. Pur essendo ben più grandi delle precedenti, le nuove chiuse consumano meno acqua dol- ce durante le operazioni di chiusura: ciascuna chiusa è infatti dotata di tre bacini di recupero, che consen- tono di riciclare il 60% dell’acqua immessa. In questo modo, per ogni transito verranno risparmiati circa 290 milioni di litri d’acqua. Col… Nasa… all’insù L’oledinamica ha molto da offrire anche per le missioni spaziali, come ad esempio per Juno, una missio- ne della Nasa che studia il campo magnetico di Giove attraverso una sonda, lanciata il 5 agosto 2011, che mantiene un’orbita polare. Le stazioni al suolo del Deep space net- work (DSN) della Nasa mantengono un contatto costante con la sonda spaziale: i tre paraboloidi satellitari da 70 m di diametro sono posti in punti strategici della Terra per ricevere dati e immagini e inviare comandi a Juno. È fondamentale che il posizionamento della son- da sia estremamente preciso: per questo, dicono i tecnici aziendali, vengono utilizzati appositi motori oleodinamici Rexroth ad alte pre- stazioni. Sollevare isole d’acciaio A metà degli anni Ottanta, nel Mare del Nord si profilava un autentico disastro: le piattaforme collegate del giacimento di petrolio e gas Ekofisk, in Norvegia, rischiavano di sprofondare sott’acqua per un ina- spettato fenomeno di subsidenza. Un team internazionale di specia- listi Bosch Rexroth per il settore offshore ebbe un’idea audace: fis- sati 122 cilindri idraulici ai pilastri delle isole artificiali, sollevarono la piattaforma da 40 mila t fino a 6,5 m d’altezza. L’operazione, effettuata in quattro giorni, fu ultimata il 17 agosto 1987: il pericolo fu così sven- tato e ancora oggi si estrae petrolio e gas naturale a Ekofisk. Due ambiti per le mega-applicazioni di Bosch Rexroth: il Canale di Panama e le piattaforme di petrolio e gas Ekofisk, in Norvegia.

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