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18 fluidotecnica 419 GENNAIO / FEBBRAIO 2019 INCHIESTA un prodotto a base vegetale comporta poi minori spese anche in fase di smal- timento”. L’elevata stabilità ossidativa offerta dai prodotti a base vegetale favorisce quindi anche per Castrol una maggiore durata dell’olio, che conser- vando più a lungo le proprie presta- zioni permette una maggiore durata dell’utensile e conduce a una minore manutenzione. La stessa frequenza di manutenzione e di sostituzione dell’o- lio ne risulta quindi ridotta grazie alla maggioreduratadel fluido lubrificante, e non solo, come spiega Bellini: “Alla riduzione dei costi di manutenzione si accompagna anche quella dei tempi di ammortamento degli impianti di filtrazione, oltre al minor consumo dei prodotti biologici rispetto a quelli di de- rivazione petrolifera”. Infine il maggior potere lubrificante posseduto dalle soluzioni biolube abbassa e ottimizza il consumo di energia elettrica nelle lavorazioni, incrementando l’efficienza energetica dei macchinari. Sicurezza e salute Enormi vantaggi dei prodotti a base vegetale sono infine legati all’aumento della sicurezza e a fattori di ordine igienico-sanitario, oltre alla migliore pulizia in officina e dei macchinari, senza formazione di depositi sulle ap- parecchiature. “La maggior resistenza all’evaporazione dei lubrorefrigeranti vegetali permette di avere ambienti di lavoro più salubri e sicuri - spiega Bellini -. In particolare, nelle offici- ne che li utilizzano i pavimenti sono meno scivolosi e l’aria è più pulita, e l’assenza di nocività riduce il bisogno di sistemi di pulizia dell’aria stessa”. Altra importanteprerogativadegli oli a base vegetale è quindi l’elevato punto di infiammabilità, come rimarca Luke: “Questa caratteristica, unitamente alla capacità di limitare la creazione di con- dense e fumo, contribuisce amigliora- re l’ambiente di lavoro soddisfacendo le esigenze di sicurezza mantenendo prestazioni di lubrificazione ottima- li”. A ciò è strettamente connessa la componente etica, per cui un’azienda che impiega prodotti a base vegetale è ben vista dalle aziende di controllo sanitario locali, per cui i controlli sugli ambienti di lavoro e delle condizioni degli operatori saranno meno fiscali. “Il rischio di incendio, di fumi e di nebbie di un olio intero a base ve- getale è inoltre infinitamente minore rispetto a uno a base minerale - dice quindi Bassi -. A guadagnarci sono produttività e automazione, in accordo con la tendenza a impiegaremacchine automatizzate, con produzione su tre turni e non presidiate e con rischi molto più bassi per l’imprenditore”. Ecologia per ogni applicazione Sul fronte applicazioni, Bassi spiega come i precursori nell’uso di oli interi a base vegetale siano stati l’ingranag- geria e la rettifica, già una quindicina di anni fa con i primi prodotti svilup- pati da Blaser, cui circa 7-8 anni dopo sono seguiti gli emulsionabili. “Questi prodotti, essendo molto prestazionali e abbassando il consumo dell’utensile, sono indirizzati a chi fa produttività elevate con materiali complicati quali acciai speciali, titanio, inconel e leghe, e quindi aeronautica e automotive”. La varietà di formulazioni oggi disponibili fa però sì che i prodotti a base vegetale coprano ormai tutte le aree di mercato, con anche prodotti a base vegetale a prezzi più bassi che offrono la stabilità in vasca necessaria ai tanti contoterzisti che operano in Italia, per produzioni e lotti che cambiano di continuo. “Per motivi di destinazione d’uso dei pezzi lavorati, anche il settore biomedicale è stato uno tra i primi a ricorrere all’utiliz- zo di tecnologie di lubrificazione vege- tali - aggiunge Bellini -. Questo è stato anche il caso di settori come l’industria alimentare e farmaceutica. A livello si- stemico, stiamo vivendo un momento di crescente sensibilizzazione della me- talmeccanica nel suo complesso, tanto più marcato quanto più significativa è l’esposizione ai lubrificanti degli opera- tori del settore”. La domanda di solu- zioni eco-friendly perMuscetta è quindi principalmente sostenuta dai settori industriali che operano in ambienti ecologicamente sensibili: “Esempio ne sono gli ambienti marini, dove le nor- mative statunitensi impongono l’utiliz- zo di prodotti EAL (environmental ac- ceptable lubricant), tra i quali rientrano i prodotti registrati European Ecolabel. Nell’ambito dei prodotti EAL, ENI ha sviluppato un olio idraulico ENI Arnica EAL 46 rispondente ai criteri fissati dal European Ecolabel. In Italia mostrano infine una sensibilità crescente verso questi prodotti le società operanti nei servizi di igiene urbana, per la lubrifi- cazione dei circuiti idraulici di idropu- litrici e compattatori, esposti al rischio di sversamenti accidentali”. È infine presumibile pensare che ad aumenta- re la sostenibilità delle applicazioni di lubrificazione darà un contributo anche Industria 4.0, che grazie alle funzioni di auto diagnostica e di monitoraggio delle macchine consentirà un controllo continuo delle performance dei fluidi lubrificanti, ottimizzandone i tempi di sostituzione e riducendo i consumi per una migliore efficienza sotto il profilo ambientale. @marcocyn

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