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SPACE FARMING Bailey: “Agricoltura verticale”. Ne abbiamo sentito parlare tutti, abbiamo letto molti articoli sugli edifici industriali convertiti in fattorie verticali, ma dalla fase iniziale in cui veniva utilizzata l’illuminazione fluorescente o alogena fino ad arrivare all’illuminazione a stato solido (SSL), le innovazioni tecnologiche hanno rivestito un ruolo fonda- mentale per consentire di erogare l’energia alle piante in modo da garantire una crescita ottimale e moltiplicare i vantaggi dell’agricoltura indoor. In termini di utilizzo del- lo spazio, si potrebbe produrre 100 volte più cibo per metro quadrato rispetto all’agricoltura tradizionale, riducendo l’utilizzo dell’acqua del 90% e azzerando l’uso delle so- stanze chimiche pericolose. L’agricoltura indoor riscuote un notevole interesse anche se per essere veramente effi- ciente richiede un sistema di illuminazione molto preciso (Fig. 2). Non tutti gli ortaggi possono crescere in uno spazio limi- tato e nutriti mediante impregnazione, ma laddove pos- sibile, i risultati sono decisamente impressionanti e lo diventano ancora di più quando si utilizzano le moderne tecnologie di illuminazione controllate da computer: per i progettisti che si occupano di potenza si tratta di un’area molto interessante, in quanto abbina l’elettronica di po- tenza avanzata con l’agricoltura moderna, con un occhio di riguardo all’aspetto software. Dalla sua introduzione, i progettisti attivi nel settore dell’agricoltura indoor hanno condotto ricerche per riu- scire a comprendere l’esatta quantità di energia richiesta da diverse piante per crescere in modo efficiente. Dalle lampade fluorescenti o alogene ad ampio spettro, l’indu- stria dell’illuminazione tradizionale ha compiuto notevoli passi in avanti, ma quelle tecnologie non hanno le carat- teristiche di flessibilità ed efficienza per soddisfare tale esigenza. Dopo le sperimentazioni condotte in Giappone nel 2005- 2008, i ricercatori agronomi hanno analizzato i diver- si metodi di illuminazione in modo da poter adattare lo spettro luminoso e l’energia a piante specifiche. I ricerca- tori hanno concluso che lo spettro luminoso specifico per la coltivazione di piante e verdure parte tipicamente da 450 nm (luce blu) fino ad arrivare a 730 nm (rosso lontano) (Fig. 3). La densità di flusso fotonico fotosintetico (PPFD) richiesta varia da 50 micromoli (µmol) per i funghi fino a 2.000 micromoli per piante come pomodori e alcuni fiori che prosperano in piena luce estiva (Fig. 4). Gli esperti di agricoltura avvertono che per ottenere risul- tati ottimali diversi tipi di piante possono richiedere dif- ferenti spettri luminosi, nonché un diverso bilanciamento e intensità della luce tra la fase della piantina e quella del raccolto. Ciò si traduce spesso nella necessità, per la luce artificiale, di avere un certo numero di canali spettrali di- Fig. 2 – Illuminazione a stato solido per coltivare ortaggi in agricoltura indoor (Fonte: PRBX / asharkyu-Shutterstock) Fig. 3 – Lo spettro luminoso per coltivare piante e verdure inizia tipicamente a 450 nm (luce blu) fino ad arrivare a 730 nm (rosso lontano) (Fonte: PRBX) Fig. 4 – L’energia luminosa richiesta varia da 50 micromoli (µmol) per i funghi fino a 2.000 micromoli per le piante ad alta intensità luminosa (Fonte: PRBX/ barmalini - Shutterstock) EO LIGHTING - GIUGNO/LUGLIO 2023 XXVII
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