Italia 4.0

L’adozione della realtà aumentata ha quindi creato un grande network integrato, che permette non solo a CEA di interagire con le persone sul campo, ma che con il servizio Vision offre ai committenti delle dashboard per verificare l’effettivo avanzamento dei lavori, garantendo totale tra- sparenza e un grande valore aggiunto nella proposta com- merciale. “Lo strumento è interattivo e di una facilità im- pressionante - aggiunge Salomoni - e lascia ampio spazio per lo sviluppo di ulteriori applicazioni”. L’azienda ha ad esempio implementato anche l’applicazione JobSafer, che manda all’operatore dei promemoria su quali DPI deve in- dossare per una certa operazione, verificando al contempo che questi vengano effettivamente impiegati, mandando degli alert in caso di comportamenti difformi, con possi- bilità di intervenire da remoto e offrendo uno storico scaricabile sul loro effettivo uso. “Questo ha per noi un forte ritorno sul fronte malattie professionali e sicurezza delle nostre risorse - conclude Salomoni - rendendoci an- che più competitivi”. Programmazione dinamica A rendere fruibili e agevolare l’introduzione di tecnolo- gie abilitanti come AR e VR lavora in particolare l’Itia CNR, come spiega Walter Terkaj, ricercatore presso la struttu- ra: “Un fattore chiave è garantire la sostenibilità di queste tecnologie una volta entrate in azienda. Per questo lavo- riamo allo sviluppo di interfacce che aiutino la loro inte- grazione con gli strumenti e le competenze pre-esistenti”. Per quanto concerne nello specifico realtà virtuale, aumen- tata e strumenti di simulazione, un elemento critico per Terkaj è rappresentato dalla traduzione dei dati in infor- mazioni e conoscenza, che poi andranno ad alimentare le applicazioni. “Un’altra criticità è inoltre rappresentata dai requisiti richiesti ai programmatori di queste soluzioni - prosegue il ricercatore -, che devono fare un passo oltre il mondo dei game, dove un programmatore ha il compito e l’onere di definire un mondo e tutto quello che l’uten- te può fare. La programmazione per applicazioni di AR e VR richiede di spostarsi verso una dimensione dinamica ed evolutiva delle soluzioni, affinché siano in grado di rispon- dere al mutare delle esigenze nel tempo, di adattarsi alle nuove postazioni di lavoro e ai dati che a mano a mano vengono generati nel tempo”. Un altro rischio cui si va infi- ne incontro con tecnologie tanto rivoluzionarie come AR e VR è esemplificato da quanto accaduto in numerose espe- rienze avviate dall’istituto, sia in ambito di ricerca che di progetti industriali. “Spesso siamo riusciti a implementare delle piattaforme comprensive di simulazione e realtà vir- tuale - spiega Terkaj -, e l’azienda ha dedicato una persona al loro utilizzo. Nel momento in cui quella persona lascia l’azienda, l’azienda si trova con un vuoto di competenze, che di fatto aveva già acquisito e che si trova a dover riat- tivare. Questo perché la tecnologia non viene spesso intro- dotta in modo opportuno, il che richiede che l’organizza- zione stessa si ri-adatti alla necessità di gestire l’intero ciclo di vita di queste competenze”. @marcocyn

RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=