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SPECIALE ANTEPRIMA 33bimu 23 mo, liberarlo dalle mansioni più ripetitive e faticose e permettergli di svolgere atti- vità a più alto valore aggiunto. Il robot è strumento al servizio dell’uomo che resta ‘centrale’ rispetto al processo produttivo perché progetta, programma e utilizza il robot secondo le necessità. Per questo, nel nome che identifica l’area, alla paro- la Robot è avvicinato il termine Heart che rappresenta al meglio l’uomo. Il terzo rife- rimento è invece esplicitato dallo slogan che accompagna tutta la comunicazione dell’area: RobotHeart, The art of smart ro- botics. La robotica è una disciplina artico- lata e complessa e così le sue applicazio- ni rispetto alle esigenze dell’utilizzatore, per tale ragione la produzione di questo comparto può essere considerata alla stregua di una vera e propria arte: ‘The art of smart robotics’ risultato della siner- gia vincente tra tecnologia robotica ed intelligenza artificiale. Il segno grafico di- stintivo, scelto nelle cromie riconducibili al mondo digitale e dell’automazione, punta l’attenzione sulla ‘lettera O’ che rappre- senta le giunture dei bracci meccanici e, con l’evidenziazione del perno, la centrali- tà dell’uomo rispetto al settore. Le quattro propaggini rappresentano le diverse tec- nologie rappresentate ma anche i diversi attori che costituiscono il settore. Quale futuro per la Supply Chain Del futuro della Supply Chain se ne discuterà a PiùAdditive. La pandemia scoppiata nel 2020 ha fatto emergere le criticità e la fragilità delle Supply Chain globali e locali, stravolgendo gli equilibri economici e sociali con conseguente esplosione dei costi e indisponibilità di beni e servizi, fenomeni, questi, tutt’altro che in fase di stabilizzazione. I principali ostacoli che le aziende si trovano ad affrontare oggi sono legati alla diminuzione delle capacità operative dei network distributivi, all’interruzione delle filiere di approvvigionamento e produttive, alla mancata disponibilità di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, alla carenza di manodopera diretta e indiretta e al default dei fornitori con la difficoltà di identificarne e qualificarne di nuovi. Per far fronte a queste problematiche, il settore industriale deve porsi dei nuovi obiettivi. Una delle necessità primarie è quella di disporre di sistemi produttivi ad elevatissima flessibilità e riconfigurabilità, che potrebbero divenire l’arma vincente per affrontare le sfide poste dai piani che portano verso una economia green e, conseguentemente, alla necessità di sviluppare nuove tipologie di prodotti a basso impatto ambientale e ad alta efficienza energetica, nonché più ergonomici e sicuri. Di grande importanza è anche l’esigenza di ridurre i rischi della Supply Chain, bilanciando l’approvvigionamento globale con quello nazionale, regionale o locale, con l’adozione di più fonti e un maggiore utilizzo della tecnologia dell’informazione per ottenere una disponibilità dei dati più completa e immediata. Questione non meno spinosa è poi la gestione delle opportunità/ relazioni tra i player delle filiere e l’affidabilità della catena di approvvigionamento, che devono promuovere un focus non solo sui costi, ma anche sulla resilienza e sull’apprendimento di eventi critici per migliorare il processo decisionale. Alla luce di questo nuovo scenario, Aita-Associazione Italiana Tecnologie Additive e Adaci - Associazione Italiana Acquisti e Supply Management hanno unito le forze per dar vita ad un progetto articolato dedicato ad approfondire queste tematiche e a valutarne effetti e implicazioni sull’attività di business delle imprese manifatturiere.

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