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SPECIALE ANTEPRIMA 33bimu 19 Persone, fattore critico “Sono le persone il fattore critico di suc- cesso delle nostre imprese. E lo sono i giovani in particolare. Per questo rite- niamo fondamentale un investimento importante da parte del Paese su tut- te quelle scuole di ogni ordine e grado: scuole professionali, istituti tecnici, ITS, università e corsi post-laurea, il cui in- dirizzo abbia diretto sbocco nel mondo della manifattura e di quella ad alto tas- so di tecnologia, in particolare. Da parte nostra, noi imprenditori siamo impegnati nella costruzione di un’offerta adeguata alle esigenze dei candidati di oggi, così da essere più attrattivi per i neodiploma- ti e neolaureati - ha proseguito Colombo -. Chiediamo però maggior sostegno da parte delle autorità di governo affinché sia riconosciuta l’eliminazione del cuneo fiscale che dovrebbe essere esteso a tutti i lavoratori ma, in attesa dei ragio- namenti sulla possibile attuazione, deve necessariamente essere applicato da subito ai giovani assunti, così da favorire il loro inserimento nei nostri organici che devono poter contare su un necessario ricambio generazionale”. Come elemento aggiuntivo è bene riportare alcuni pas- saggi della relazione annuale di Pasqua- le Tridico, presidente Inps, lo scorso lu- glio. Egli evidenzia che la crisi ha lascia- to strappi vistosi nella distribuzione dei redditi lavorativi (una media di tutti i lavo- ratori ndr). Secondo Eurostat, nel 2019, l’11,8% dei lavoratori italiani era povero, contro una media europea del 9,2%. La percentuale di lavoratori sotto la soglia di 9 euro lordi l’ora è 28%, ovvero oltre 4,3 milioni, e quasi un lavoratore su tre gua- dagna meno di mille euro/mese, conside- rando anche i part-time. A ciò si aggiun- ge il problema della instabilità lavorativa, eccessiva flessibilità che diventa spesso precarietà o insufficienza di ore lavorate per mese. La percentuale di part-time è al 46% tra le donne, il dato più alto nel- la UE, contro il 18% tra gli uomini, e una parte prevalente di questo part-time è considerato involontario. Secondo Tridi- co, come riportato dal Corriere della Se- ra, quasi un lavoratore dipendente su tre guadagna meno di mille euro al mese e il 23% meno di 780 euro, cioè del massimo previsto per il Reddito di cittadinanza. Il 38% dei giovani prende meno di 9 euro per ogni ora di lavoro. Un’ulteriore ragio- ne che induce a preoccuparsi del feno- meno della povertà lavorativa di oggi è il fatto che chi è povero lavorativamente oggi sarà un povero pensionisticamente domani. In sintesi, abbiamo bisogno di più lavoro e di lavoro meglio retribuito se vogliamo assicurare al Paese la sosteni- bilità del suo sistema di welfare. Torniamo all’industria. L’emergenza sa- nitaria, prima, e la guerra in Ucraina, poi, hanno mostrato la fragilità di un si- stema basato sulla estremizzazione del concetto di globalizzazione. La produ- zione e l’approvvigionamento di beni, anche strategici, da luoghi molto distanti o caratterizzati da alto livello di instabi- lità hanno creato non pochi problemi al- le catene del valore che oggi si stanno gradualmente accorciando. In ragione di ciò, il manifatturiero europeo si sta rior- ganizzando, privilegiando sempre di più forniture e collaborazioni vicine, per ge- ografia e cultura. Questo significa che i costruttori italiani dovranno guardare con grande attenzione a Unione Europea e Stati Uniti. Sfruttando ancora una volta la flessibilità e la capacità di reazione per battere sul tempo i competitor, riposizio- nandosi, ora che si creano nuovi spazi, all’interno delle nuove filiere. @gapeloso
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