Secondo quanto riporta Quantum Leap srl, in Italia nel 2018 le aziende hanno speso circa 15 milioni di euro in tecnologie blockchain e distributed ledger, con 150 attività di diverso tipo. Nell’analisi a cura di Francesca Tosato, partner e responsabile business development di Quantum Leap, l’Italia rientra quindi nella top 10 delle nazioni al mondo con il maggior numero di progettualità in questi ambiti sviluppate tra il 2016 e il 2020.
Attualmente nel nostro Paese sono le realtà più grandi a investire in queste tecnologie, e per quanto concerne i settori più attivi nella blockchain, l’Italia vede in testa le banche, le aziende nell’agroalimentare, le assicurazioni e le utility.
Negli ultimi anni la tecnologia blockchain ha avuto una crescita esponenziale, con uno sviluppo che è stato guidato dall’aumento dell’interesse e dell’adozione da parte di aziende e organizzazioni in diversi settori. Basata su DLT (Distributed Ledger Technology), tale tecnologia consiste in un meccanismo di database avanzato che consente di archiviare i dati in blocchi collegati tra loro in una catena, in modo cronologicamente coerente e di condividere, in assoluta trasparenza, le informazioni all’interno di una rete aziendale, in cui prendono parte diversi stakeholder: un libro mastro digitale distribuito, non modificabile, che tiene traccia di ordini, pagamenti, transazioni e account.
Nella finanza tale tecnologia è stata inizialmente sviluppata come infrastruttura per il Bitcoin, ma oggi viene utilizzata in molti altri settori. Molte banche e istituzioni finanziarie stanno esplorando l’uso della blockchain per migliorare l’efficienza dei pagamenti e ridurre i costi delle transazioni. Nella supply chain, viene utilizzata per tracciare l’approvvigionamento dei prodotti, garantendo la loro autenticità e provenienza; ciò può aiutare, ad esempio, a prevenire la contraffazione e a migliorare la trasparenza dell’intera filiera. Nell’identità digitale la blockchain può essere utilizzata per creare identità digitali sicure, riducendo la dipendenza da intermediari centralizzati e migliorando la privacy e la sicurezza dei dati personali. Nel settore pubblico, invece, può essere impiegata per migliorare l’efficienza e la trasparenza, ad esempio nell’ambito delle votazioni elettroniche, della gestione dei registri pubblici e della fornitura di servizi pubblici.
A fronte di questa crescita esponenziale e delle potenzialità applicative, il deposito di titolo IP in ambito blockchain ha però cominciato ad affermarsi solo nel 2014, registrando un significativo incremento a partire dal 2019, con tuttavia un tasso di concessione molto limitato. Nel mondo a primeggiare è quindi la Cina, con l’84% di tutte le domande di brevetto in ambito blockchain depositate, secondo gli ultimi dati condivisi dalle autorità governative del Paese, con una concentrazione per lo sviluppo della tecnologia nelle aree di Guangdong e Pechino. La spinta della Cina in favore della tecnologia blockchain si è intensificata dopo il 2019, quando il Presidente Xi Jinping ha invitato i big della tecnologia a diventare leader in questo settore. Secondo un altro studio, la Cina ha rappresentato circa il 60% delle domande di brevetti blockchain nel mondo dal 2015 al giugno 2021, seguita da Stati Uniti e Corea del Sud. Sebbene, però, la Cina detenga la leadership, il tasso di concessione è significativamente basso ed è pari al 19%.
A livello globale, i player con il portafoglio brevettuale più ampio operano nel settore bancario, nell’e-commerce e nel fintech. Tra i grandi nomi troviamo ad esempio Tencent, Webank, Alibaba, Wells Fargo, Bank of America, American Express, Alipay, Bank of China, IBM, JP Morgan. Sebbene la tecnologia blockchain stia già catalizzando moltissima attenzione, tuttavia ci si attende che le sue applicazioni più rilevanti in diversi settori, così come le potenzialità, siano in gran parte ancora da esplorare, e non solo in ambito finanziario. Infatti, la tecnologia si inserisce in un universo complesso e in continua evoluzione che si può definire Internet of Value, ovvero quei sistemi che rendono possibile scambiarsi valore su Internet con la stessa semplicità con cui oggi vengono scambiate le informazioni. Diverse aziende di tutto il mondo hanno iniziato a sperimentare soluzioni blockchain e distributed ledger, ma non è sempre chiaro in quali modi la blockchain possa migliorare i processi esistenti, né come questa tecnologia possa abilitare nuove opportunità e modelli di business.
Tornando al nostro Paese, per incentivarne ulteriormente la crescita, nel 2022 il Mise ha messo a disposizione 45 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca industriale, sviluppo sperimentale, innovazione dell’organizzazione e di processo grazie a tecnologie e applicazioni di AI, IoT e blockchain nei settori definiti ‘strategici prioritari’: industria e manifatturiero, sistema educativo, agroalimentare, salute, ambiente ed infrastrutture, cultura e turismo, logistica e mobilità (trasporti stradali, ferrotranviari, marittimi, logistica distributiva e relative filiere produttive), sicurezza e tecnologie dell’informazione e aerospazio.
Il mercato si sta, inoltre, sempre più concentrando sulla costituzione di ecosistemi che puntano a creare valore attraverso la realizzazione di piattaforme infrastrutturali e di applicazioni basate su di esse. Lo sviluppo delle piattaforme dovrà poi andare di pari passo anche con l’evoluzione della normativa Blockchain, anche se molto probabilmente saranno le applicazioni a spingere il regolatore a definire delle norme chiare. A tale riguardo, è stato approvato a marzo 2023 il Consiglio dei ministri ha approvato a marzo 2023 un DL in materia di ‘emissione e circolazione in forma digitale di strumenti finanziari e misure di semplificazione della sperimentazione fintech‘, presentato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il decreto introduce normative per l’emissione di azioni e obbligazioni ‘tokenizzate’ ed è un passo fondamentale per promuovere investimenti in digitalizzazione e senza oneri per la finanza pubblica.
Il decreto introduce norme necessarie per dare attuazione al Regolamento Ue 2022/85 relativo a un regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia a registro distribuito (Dlt pilot regime); cioè su un archivio di informazioni in cui sono registrate le operazioni relative a strumenti finanziari e digitali e che è condiviso da dispositivi o applicazioni informatiche in rete e sincronizzato tra di essi. Il regolamento prevede una disciplina comune delle forme di circolazione degli strumenti finanziari digitali basate su soluzioni tecnologicamente avanzate.