Il mercato italiano dei beni strumentali torna a correre. E’ quanto emerge dai dati resi noti da Federmacchine, la federazione che, in seno a Confindustria, riunisce le associazioni che rappresentano i costruttori italiani di beni strumentali. I dati di consuntivo relativi al 2014 testimoniano un anno effervescente sia per la produzione dei costruttori italiani, in crescita del 4,9% a quota 36,7 miliardi di euro, sia per il consumo nazionale, cresciuto a sua volta del 10,8% portandosi a quota 17,3 miliardi di euro.
L’aumento del fatturato complessivo riflette una situazione positiva in tutti i 13 comparti rappresentati in seno a Federmacchine (4600 aziende in tutto). Dei 36 miliardi fatturati, 26 sono relativi ad esportazioni (+2,1%) e 10,6 miliardi a vendite a clienti italiani (+12,3%). La maggiore crescita del mercato interno fa sì che, nonostante l’aumento in valore assoluto, le esportazioni valgano ora “solo” il 71% del fatturato, due punti percentuali in meno rispetto al 2013. Anche le importazioni sono aumentate (+8,5%, 6,8 miliardi di euro).
“I numeri del 2014 – ha dichiarato Giancarlo Losma, presidente di Federmacchine – ci restituiscono la fotografia di un settore vivace che ha saputo resistere alla crisi e ora coglie i benefici della ripresa del consumo italiano, certamente favorita dalla Nuova Legge Sabatini, già rifinanziata per tutto il 2015, e dal bonus macchinari, purtroppo scaduto il 30 giugno”.
I principali indicatori economici confermano che la ripresa registrata nel 2014 durerà anche nel 2015. Per sostenerla Federmacchine richiede, oltre alla reintroduzione del bonus macchinari, una misura di incentivo alla sostituzione di macchinari obsoleti, la liberalizzazione degli ammortamenti relativi ai beni strumentali acquistati e un ulteriore abbattimento dell’IRAP.
Franco Canna