Nel 2020 l’industria italiana dell’automazione industriale ha registrato un fatturato complessivo di 4,5 miliardi di euro, in flessione del 10,3 % rispetto al 2019. A fronte di una flessione delle esportazioni del 3% e delle importazioni del 6%, il mercato interno ha evidenziato una contrazione del 10,9 %. Gli effetti della pandemia, con la pesante eredità lasciata dai mesi di lockdown, hanno fortemente penalizzato il comparto. L’emergenza sanitaria si è inserita in un quadro in deterioramento dal secondo semestre del 2019, con una domanda interna fortemente indebolita da una progressiva frenata degli investimenti industriali correlati al Piano Transizione 4.0. Gli investimenti in macchinari e attrezzature, secondo i dati di Contabilità Nazionale, hanno chiuso il 2020 con un calo a doppia cifra. Nel dettaglio del fatturato Italia per singole merceologie, il segno negativo è diffuso, con le flessioni più accentuate per Riduttori fissi (-18 %), Motori brushless (-17 %), Azionamenti (-14 %), Quadri bordo macchina (-13 %). Unica eccezione il Software industriale, con un andamento in controtendenza che segna nel 2020 un incremento del 5 % nel complesso, crescita che diventa a doppia cifra se valutata nel dettaglio di specifiche tecnologie ad esso correlate.
Il 2021 è un anno di luci ed ombre per l’Industria italiana dell’Automazione industriale. La ripresa attesa si confronta con tensioni sul fronte delle quotazioni e dei tempi di consegna per le principali commodity impiegate nel processo produttivo, unitamente a fenomeni di shortage per la componentistica elettronica di base. Segnali positivi originano tuttavia dal mercato che potrà beneficiare di alcuni elementi favorevoli in virtù dell’accelerato processo di digitalizzazione del sistema economico sostenuto anche dai fondi europei. Una recente indagine di Anie Automazione stima un ritorno su un sentiero di crescita già nel 2021 (+ 6 % la variazione attesa del fatturato) e un recupero dei livelli pre Covid nel 2022.
“Per consolidare ed incentivare questi risultati, siamo in attesa di vedere gli interventi di politica industriale che agiscano su settori strategici come la connettività e le infrastrutture immateriali (banda larga e 5G), sul mondo delle competenze digitali, della riqualificazione professionale, delle scuole e degli ITS – dichiara Fabrizio Scovenna, presidente Anie Automazione -. Eccoci quindi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che dovrà dare attuazione al programma Next Generation EU basandosi su tre assi strategici: digitalizzazione ed innovazione (qui rientra anche il Piano Transizione 4.0), transizione ecologica e inclusione sociale. L’obiettivo del piano è correggere quelle forti asimmetrie di cui soffriamo: territoriale, generazionale e di genere, oltre a dare più competitività al Paese.”