Automazione e industria 2024-2025, la visione di Keba
Giunti quasi al termine del 2024, Albo Bucci, general manager di Keba, offre alcuni spunti di riflessione illustrando la visione dell’azienda in merito all’attuale scenario nel settore dell’automazione industriale, andando ad analizzare non solo gli aspetti tecnici e pratici commerciali ma anche il sentiment del mercato.
Il 2024 è stata dal punto di vista di Keba un’ulteriore annata caratterizzata dal momento particolarmente transitorio, a livello industriale e commerciale. Il periodo è stato senza dubbio denso di avvenimenti e situazioni che hanno segnato ulteriori mutamenti e cambi di direzione rispetto alle previsioni di dieci mesi orsono. In particolare nel campo industriale e dell’automazione gli ultimi anni vedono l’ingresso delle tecnologie di ultima generazione – prima fra tutti l’AI – che, nonostante il grandissimo potenziale, vedono il loro sviluppo applicativo frenato.
Date le premesse è pertanto più che logico chiedersi quali siano i fattori reali che tendono a rallentare il normale percorso verso l’industria più snella. Guardando innanzitutto al panorama industriale italiano e a come Keba valuta l’andamento tecnologico e applicativo nelle aziende nel nostro Paese, con attenzione in particolare agli aspetti che a tutt’oggi rappresentano ancora un punto debole.
“Innanzitutto va fatta una considerazione importante: sicuramente il persistente alto costo del denaro e l’instabilità geopolitica stanno influenzando negativamente il settore e ciò ha ridisegnato una situazione differente rispetto alle previsioni di inizio anno – riflette Bucci -. Di conseguenza, l’atmosfera di incertezza e in maggior misura la difficoltà nella pianificazione degli investimenti a lungo termine, si stanno rivelando il maggior freno ad una crescita solida e persistente. Sebbene quanto descritto rappresenti un ostacolo, le aziende del settore manifatturiero proseguono il processo di adozione delle recenti tecnologie avanzate. Questo passo è di fondamentale importanza poiché consente di migliorare la propria produttività e competitività”.
“Sicuramente l’Intelligenza Artificiale è il trend tecnologico del momento – continua il general manager di Keba -. Per esempio uno degli utilizzi più comuni maggiormente applicati è l’ottimizzazione della supply chain e il miglioramento della gestione delle scorte, secondo un approccio basato sui dati. Anche nell’automazione della produzione l’AI consente di aumentare la qualità e la tracciabilità dei prodotti, riducendo gli errori e gli scarti. In particolare nell’automazione della logistica, dove la velocità di flusso delle merci è diventata un fattore indispensabile, attraverso l’utilizzo dell’AI possono essere identificati ed eliminati i colli di bottiglia presenti”.
“Altro aspetto estremamente rilevante, e anche uno dei più deludenti, riguarda l’andamento degli incentivi del Piano Transizione 5.0 – aggiunge Bucci -. Se possiamo affermare che il Piano Transizione 4.0 ha contribuito a creare le basi della trasformazione digitale dell’industria italiana, non possiamo dire altrettanto riguardo al Piano Transizione 5.0, il quale ha introdotto una maggiore complessità procedurale e requisiti molto più rigorosi per accedere agli incentivi. Purtroppo non possiamo fare altro che constatare come questa situazione non abbia iniziato a portare i risultati attesi”.
Interessante quindi vedere quanto sia aumentata la domanda di automazione (anche spinta dalle tecnologie di ultima generazione) e qual è il grado di esperienza, e si parla di competenze vere e proprie – che le aziende sono riuscite ad acquisire, oltre al livello di fiducia che le aziende nutrono verso le nuove tecnologie.
“La domanda di automazione e di nuove tecnologie ha visto una crescita significativa soprattutto nel 2022 e 2023, mostrando invece segni di rallentamento nell’anno corrente – afferma Bucci -. Va anche preso in considerazione che, quando parliamo di AI, IoT, cloud computing, c’è ancora un gap significativo per quanto riguarda le competenze digitali. Infatti sono molte le aziende – in particolar modo quelle medio-piccole – che non dispongono di figure interne specializzate e che pertanto si affidano a consulenti esterni per la transizione all’Industria 4.0 e 5.0. Senza dubbio, la fiducia nelle nuove tecnologie da parte delle aziende è sicuramente in crescita, tuttavia esistono ancora alcune remore. In questo particolare momento molte aziende sono prudenti nell’adottare tecnologie avanzate a causa della complessità e, come detto, della mancanza di personale qualificato. Inoltre, in aggiunta allo skill gap, ci troviamo di fronte all’incertezza economica e geopolitica. L’adozione delle nuove tecnologie è un percorso complesso che richiede tempo e disponibilità economiche, pertanto la situazione attuale contribuisce a creare una certa esitazione verso gli investimenti rivolti a progetti a lungo termine”.
Occorre quindi chiedersi a che punto siamo in Italia con la formazione. In particolare, quali siano le skill mancanti e quanto la mancanza di personale qualificato incida, e come il ricorso all’automazione possa mitigare i possibili effetti. “È oramai noto come la maggioranza delle PMI segnali difficoltà nel reperire personale adeguato alle proprie necessità – dice Bucci -. La mancanza di figure qualificate ha un impatto significativo sui risultati delle singole aziende e di conseguenza ciò si ripercuote sull’economia italiana. Ho letto recentemente che si stima addirittura un impatto del 2,5% sul PIL italiano. Il mismatch delle skill riguarda principalmente il personale con competenze digitali avanzate, come ad esempio lo sviluppo software, l’analisi dei dati e la cybersecurity. Va detto che le difficoltà ci sono anche nella ricerca di personale destinato alla produzione che possieda specifiche competenze tecniche. Inoltre questo problema è aggravato dall’invecchiamento della popolazione italiana. Invertire questa tendenza è possibile attraverso un percorso di formazione, tuttavia il comparto industriale ha bisogno di una soluzione di più immediata applicazione. Di conseguenza, per mitigare queste criticità, le aziende più lungimiranti stanno investendo nell’automazione. L’adozione di tecnologie come l’intelligenza artificiale, i big data e la robotica sta crescendo, con il mercato dell’automazione industriale che ha raggiunto un valore record nel 2023, con potenzialità di crescita ulteriore negli anni a venire. Fermo restando che la presenza umana nelle aziende sarà sempre un valore aggiunto, bisogna constatare che l’automazione non solo aiuta a compensare l’attuale carenza di personale, ma migliora anche l’efficienza e la produttività delle aziende”.
Infine, Bucci illustra quelle che saranno novità, sviluppi e nuovi prodotti di Keba per il 2025, oltre ai nuovi concetti di automazione che l’azienda sta proponendo: “Il principale obbiettivo di Keba è quello di continuare a sviluppare e promuovere la propria piattaforma di automazione Kemro X, le cui caratteristiche sono perfettamente riassunte nel motto ‘open, modular, easy-to-use’. Questo sistema completo e flessibile combina applicazioni, pacchetti tecnologici e componenti software e hardware dell’ampio portafoglio di prodotti e servizi Keba. Il cuore della piattaforma Kemro X è un sistema operativo Linux basato su Debian. Linux è open-source ed è facile da eseguire, analizzare, condividere e modificare. Kemro X garantisce flessibilità e scalabilità: i clienti che iniziano a utilizzare questa piattaforma possono decidere liberamente se integrare il proprio know-how o adottare i collaudati moduli software che Keba ha sviluppato in decenni di esperienze applicative. Grazie a interfacce standardizzate come EtherCAT, Ethernet IP e Profinet, Kemro X consente una facile integrazione di prodotti terzi. Questo ci permette di rispondere alle esigenze dei singoli clienti, ma anche di offrire soluzioni complete in grado di soddisfare le necessità di molteplici settori industriali”.
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