L’Italia è un Paese in cui chi fa impresa può ancora credere e investire? Sì, a condizione di dare concretezza a un nuovo patto tra istituzioni ed economia reale, basato su fiducia e trasparenza, coerenza tra le leggi e gli obiettivi, semplificazione della burocrazia e accessibilità alle risorse pubbliche. È quanto emerso qualche settimana fa dall’incontro ‘Reindustrializzare l’Italia si può‘, promosso dall’associazione Assomec per assegnare i riconoscimenti ‘Dal dire al fare, imprese di successo‘ a 80 piccole e medie imprese, in collaborazione con Confartigianato, Associazione italiana finiture metalli e Reimpresa e con il supporto di vari sponsor. “Un premio per far sapere agli imprenditori e alle istituzioni che la recessione si può vincere, cogliendo tutte le opportunità finanziarie pubbliche, utilizzabili per far crescere il capitale umano e il know how tecnico delle imprese produttive – ha spiegato Barbara Pigoli, presidente Assomec – il 95% delle esportazioni italiane proviene dalla produzione industriale, ha un alto standard qualitativo e un posizionamento nella fascia premium del mercato. Ecco perché grandi gruppi come Whirlpool o Natuzzi hanno deciso di riportare in Italia importanti attività produttive e un colosso dell’automotive come Audi sceglie di investire quasi un miliardo di euro sull’indotto della nostra subfornitura di eccellenza. Abbiamo premiato proprio le PMI che operano in queste filiere, che hanno chiari obiettivi di crescita e sono riuscite a trasformare in risultati concreti i contributi pubblici a sostegno delle attività economiche”.